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alle nove e un quarto – 188

Ho aspettato al telefono col moroso dall’altro capo del mondo che scoccasse la mezzanotte. E così, con un cuccioloso devo dirti una cosa…. buon compleanno, sono entrata nel mio 26 ° anno di età. Il mio commento è stato che quando mia sorella aveva 26 anni, io pensavo fosse vecchia. E a poco è servito che il moroso mi rincuorasse dicendo che adesso lei ne ha 29. Il tempo passa anche per me e non solo per lei.

Devo confessare che mi è mancato il mantra propiziatorio del moroso non so cosa regalarti quest’anno. perché quest’anno abbiamo mancato di festeggiare insieme tutte le feste comandate: Natale, Capodanno, S. Valentino (forse quello non lo abbiamo mai festeggatao, ma non importa), Pasqua, Anniversario, Compleanno suo, Compleanno mio. Ma, effettivamente, ci siamo tolti il pensiero dei regali! In compenso, ci si è messa mia mamma a mantrare a proposito del regalo. Proprio lei che fino all’anno scorso, mi incrociava il 5 ottobre fuori dalla camera da letto e tirava dritto senza farmi gli auguri… anche se lo so che è difficile essere lucidi di prima mattina, appena scesi dal letto… ih ih!

E così, oggi mi preparo a tornare a casa in un tripudio di messaggi di auguri (oh, grazie davvero! mi state facendo commuovere!) e con un appartamento che ha raggiunto livelli indicibili di sozzume. Per non farmi togliere la patria potestà del mio bamboo (quello nuovo buovo, bellissimo, che mi sono comprata sabato) l’ho dovuto portare in ufficio, dove la scrivania è un casino, ma almeno è pulito! Vi auguro di passare un bel 5 Ottobre: ho sempre ritenuto che fosse un bel giorno, quindi sono sicura che quest’anno (che è pure un venerdì) riserverà belle sorprese a tutti! Un bacio!

chi più, chi meno – 187

E’ tutto cominciato con un’affermazione delirante del cognato. “Nella classifica dei più longevi del Mondo, l’Italia è al terzo posto”. Non sia mai che gli conceda di dire scemenze senza metterlo sul patibolo. E così gli ho tirato fuori questo sito. Se credete alla CIA, i dati dovrebbero essere attendibili. L’Italia è al 15° posto con un’aspettativa di vita alla nascita di 79.94 anni. Preceduta da alcuni Stati di dubbia credibilità (San Marino, Andorra, le Cayman… non me ne vogliano i rispettivi abitanti: solo che in questi casi il numero di abitanti è decisamente piccolo), ma da altri Stati decisamente di peso come il Giappone, la Svezia, l’Australia, la Svizzera (eh eh… mi porterà bene?), la Francia e il Canada.

Non entro nei dettagli di questi dati, nelle disquisizioni sulla genuinità della cucina mediterranea, dei nostri stili di vita… Ma vorrei solo farvi notare l’aspettativa di vita degli abitanti dello Swaziland. 32.23 anni. Non so voi, ma a me questo dato ha fatto venire la pelle d’oca. Se fossi nata là, altre che vecchia…. sarei già con un piede nella fossa. Situato tra Sud Africa e Mozambico, conta una popolazione di un po’ più di un milione di abitanti. Il 40% della popolazione ha meno di 14 anni. La mortalità infantile si aggira attorno a 78 morti/ 1000 nati. Il responsabile di questo sterminio è essenzialmente l’HIV, che ha una prevalenza tra gli adulti del 39%. Per fare un paragone, i minori di 14 anni in Italia sono il 14% della popolazione, mentre la mortalità infantile è di 5.72/ 1000. La prevalenza dell’HIV negli adulti è invece dello 0.5%.

Chiudo questo post così… Con un pensiero a chi davvero è più sfortunato di me… Un bacio!

la quiete dopo la tempesta – 186

Potrei protestare perché sono uscita dal lab alle 20.15 e stava piovendo. Potrei protestare perché l’autobus era appena passato e ho dovuto aspettare 20 minuti perché arrivasse il successivo. Potrei protestare perché la PCR non è venuta. Potrei protestare perché ho cotto i cavolini di Bruxelles e c’è una puzza terribile in casa.

Ma oggi no, non protesto. Sono in autobus che leggo il mio mattone di Tom Clancy e ho appena prenotato la fermata. MI si avvicina lei: occhi azzurri dolci e profondi; capelli neri, lunghi e lisci a incorniciare un viso buono acqua e sapone. Mi rivolge la parola dandomi del Voi (lasciatemi dire che qui tutti mi danno del Voi… la vecchiaia subdola mi assale alle spalle!). "Scusatemi se mi permetto di interrompere la Vostra lettura. Sono Beatrice e faccio parte della grande universale famiglia della Chiesa Evangelica. Se non Vi disturbo, potrei parlarVi della speranza?". Biascico poche confuse parole davvero, mi spiace, scendo a questa fermata. Lei sorridendo sarà per la prossima volta, non preoccupateVi. Mi ritrovo alla fermata con il mio libro, sotto la pioggia e senza ombrello. I suoi occhi azzurri e la sua voce pacata mi fanno montare una tranquillizzante sottile speranza. Col senno di poi, mi assale il dubbio: ma quelli che vanno di casa in casa a parlare di fine del mondo, dell’orrore/ errore del peccato e più in generale di religione, non sono i Testimoni di Geova?!? da dove saltano fuori Beatrice e la calda famiglia evangelica?!? Un bacio!

un mondo difficile – 185

Sono giorni molto duri. Gli operai che stanno sostituendo le tubature sotto casa mia arrivano alle 7, fanno casino come pazzi mentre io cerco di dormire e si fermano per fare colazione alle 9, quando io esco di casa. La mia sessione al criostato di oggi si è conclusa in modo terribile. Oltre ad avere male al fondoschiena a forza di stare seduta su quello sgabello, ad un certo punto la temperatura ha cominciato a salire vertiginosamente e quando al posto dei -28 canonici, mi sono ritrovata a lavorare a -20 e le fettine di tessuto mi si incollavano alla lama invece che al vetrino, non ce l’ho fatta più e ho chiuso tutto. Niente di strano: era solo la settima volta che tentavo di fare questo esperimento. Ora ho un buon motivo per rifarlo.
Ho tante, troppe cose da fare. Cerco di ricordarmi tutto, ma mi dimentico metà della roba per strada. La tecnica "scrivi tutto prima che sia troppo tardi" non funziona più, perché dimentico di scrivere. I capelli mi stanno come… come una parrucca sintetica da pagliaccio. Non sono decisamente ricci, non sono decisamente lisci. Volevo farmi trovare magra e bella dal moroso al ritorno dagli Stati Uniti, invece mi ritroverà grassa, isterica e piena di brufoli. Ho litigato con mia mamma perché non voglio che mi organizzi una stramaledettissima festa di compleanno per questo weekend. Sono stata praticamente una settimana senza soldi nel cellulare italiano, con il risultato che ero isolata dal mondo. Lo so: normalmente non mi chiama mai nessuno, ma sta cosa che, se anche qualcuno avesse voluto chiamarmi, non avrebbe potuto, mi ha fatto sclerare. Il moroso continua a mandarmi sms incoraggianti tutte le mattine, ma non riceve le mie risposte. Così io continuo a scrivere speranzosa e lui continua a deprimersi perché non rispondo. Stasera ho dovuto dedicare mezz’ora della mia vita alla pulizia dei fagiolini. Quando finalmente erano cotti, avevo già svuotato la dispensa e non ho trovato la forza di mangiarli. Stasera ho dovuto dedicare un’ora della mia vita a stendere i panni lavati.Troppi: mi ci vorrà un mese per stirare tutta quella roba. A causa delle lenzuola nuove comprate sabato da Ikea, ora tutta la biancheria che ci ho lavato insieme sa da cherosene.

Sono nervosa. Sento che sto per avere una crisi di nervi. Basterebbe una misera barretta di cioccolata per farmi passare tutto questo, ma NON NE HO IN CASA. Bene, ora posso concedermi di impazzire, gridare e sbattere la testa contro il muro. Ah, no. Il regolamento condominiale proibisce di fare rumore dopo le 21. Ok. Griderò in silenzio. Un bacio!

ohmygosh – 184

Sabato sono andata a Basilea con mia sorella e il marito. Ribadisco che è una bella città. Ribadisco che a Losanna piove più che in tutto il resto della Svizzera.

Per una serie di fortunate (sfortunate) coincidenze, siamo finiti nella cattedrale (il Muenster) poco prima dell’inizio dei salmi. Devo confessare che sto in Svizzera da un anno, ma non ho ancora capito esattamente a quale culto religioso siano dedicate le chiese svizzere. Quindi, so solo che la Chiesa in cui siamo entrati non era cattolica. Non so se esista il segno di croce, non so se farlo sia considerato eretico.

Bene, la funzione consisteva nella lettura di brani religiosi, nella predica del pastore, nell’accompagnamento musicale di un violoncello e di un organetto/ organo.

Il cognato (è uomo e questo sappiamo tutte che è un limite!) è entrato in chiesa con la guida "SVIZZERA" sotto il braccio, giusto perché era proibito l’ingresso ai turisti. Poi si è messo a fare le foto… No comment. I fedeli (e non erano pochi) erano tutti muniti di foglietti coi testi dei salmi e con la trascrizione della musica. I fedeli cantavano senza che nessuno li dirigesse o li guidasse al microfono. Il pastore parlava. E io conosco poco il tedesco e meno che meno lo svizzero-tedesco. Posso solo dire che ci sono state delle parole che si sono ripetute innumerevoli volte: Todt (morte), Krankenheit (malattia), Angst (paura), Krieg (guerra), terrostischesmafia… Sentendo quest’enciclica di terrore ho capito perché ci sono così tanti ragazzi dark in giro per la città.

Non appena la funzione è finita, io e la sorella siamo andate senza indugio verso la porta. Il cognato, ignaro, si è incamminato caracollando con la sua flemma verso l’uscita. Ma… ecco che si è materializzato il pastore! perché qui è uso che i ministri religiosi attendano i fedeli alla porta per dare un saluto. I due si dirigono (uno consapevolmente, l’altro con il naso per aria) l’uno verso l’altro. Ad un passo dalla mano tesa del ministro, il cognato realizza che il pastore vuole proprio salutare lui… A quel punto, in modo del tutto sgraziato e maldestro, si blocca e gira le spalle al pastore. Quindi si dirige verso la parete opposta. Il pastore resta con un palmo di naso.

Io praticamente scappo fuori ridendo. Il cognato mi raggiunge dopo qualche minuto, mentre io continuo a ridere.In un tripudio di risate mie e di inconsapevoli, incoerenti, insistenti scuse del marito, raccontiamo a mia sorella cosa è successo. A quel punto tutti e tre stiamo ridendo, io spalmata sulla spalla di mia sorella. Con il senno di poi, realizzo che la mezz’ora di guerra-morte-paura non è riuscita a smuovere le nostre anime di poveri peccatori insolenti… Un bacio!

la morosa e il moroso – 183

Ammetto che i miei post diventano progressivamente sempre più demenziali… Carissimi lettori di Fairydawn, portate pazienza: sto passando momenti difficili e il mio cervello arriva fino a lì…

Ecco cosa ha partorito oggi la mia testolina delirante: un bel ritratto di famiglia. Mentre tutto il mondo delira per la versione simpsonizzata di se stessi, io faccio l’alternativa. Il motivo è semplice: io e il moroso, simpsonizzati, veniamo davvero da schifo!!!!!! Quindi, ecco la versione southparkiana. Da notare che:
1. la morosa veste una maglietta a mucca in onore della fredda (vedi neve) Svizzera che la ospita; ha le trecce (anche se non si vedono) e porta quello che vorrebbe essere un fazzoletto (che però non è un chador… è il fazzoletto di Heidi!). Non rinuncia ai dolci (vedi gelato) e al suo cellulare che tiene saldamente in mano.
2. il moroso è vestito praticamente come il giorno della mia laurea (ma di solito è molto più casual), ha il suo inseparabile IPod in mano e nell’altra un paninetto del MacDonald’s in onore degli States che lo ospiteranno per un altro mesetto. Le sopracciglie sono azzurre perché non sono riuscita a cambiare colore, ma le ho scelte per la forma: si devono toccare nel mezzo!. Ovviamente, un computer sullo sfondo (e me la rido perché chiaramente non è uno dei suoi adorati Mac!).

Se volete cimentarvi in un’analoga rivisitazione di voi stessi, andate qui Un bacio!

un un huit – 182

Arrivo in ritardo, dopo che già il Corriere e il Tg1 ne hanno parlato. Evidentemente non ci sono ancora abbastanza scoop, dopo l’estate… Oppure i servizi informativi hanno deciso di dedicarsi alle notizie "frivole". Insomma, non si è parlato d’altro: i pompieri della Svizzera romanda hanno girato un video hip-hop per sensibilizzare la popolazione circa il loro numero per le chiamate d’urgenza.

Dal 31 dicembre 2006, i servizi di informazione sugli elenchi nazionali e internazionali hanno cambiato numero: il vecchio 111 è stato disabilitato ed è stato sostituito dal 18xy. Quello che conosco io è il 1818: a dire il vero nella pubblicità ci sono due personaggi molto simili ai due ballerini di lap dance dell’ 892 892. L’introduzione di questi nuovi numeri non è stata indolore, soprattutto per il servizio telefonico delle urgenze dei pompieri (118). Infatti, tutti sbagliano numero e chiamano i pompieri per avere informazioni telefoniche. I pompieri sono preoccupati; la confusione tra il numero delle urgenze e i numeri per le informazioni potrebbe avere conseguenze gravi. L’efficacia dei soccorsi, infatti, dipende dalla rapidità dell’arrivo dei soccorsi sui luoghi di intervento. E le statistiche parlano chiaro: in maggio ci sono state 638 chiamate erronee al 118, 613 in giugno, 675 in luglio.

Così i pompieri si sono visti costretti a girare un video che spieghi cos’è il 118. Il lato buffo della storia è che il 118 è sempre stato il numero dei pompieri, mentre è cambiato il numero delle informazioni. Eppure tutti chiamano il 118…. Ascoltatevi la canzoncina: il ritmo è simpatico e anche il linguaggio è piuttosto spiccio. Per chi capisce qualcosa di francese, è un vero spasso. Volete un assaggio della poesia svizzera? 118, in caso tu abbia paura /118, scrivilo sulle mutande

Non ditemi che avete rimpianto Leopardi, eh? Un bacio!

io e Silvia Battisti – 181

Ieri sera ho visto la finale di Miss Italia. Osservando la vincitrice, ho realizzato quanto segue:

entrambe abbiamo le fossette, entrambe siamo venete e per noi il fidanzato è "il moroso", entrambe abbiamo giocato a pallavolo per anni;

lei ha più di me: qualche cm di gambe, un vitino da mosca, le prime pagine dei giornali, contratti milionari con gli sponsor, magnetici occhi azzurri, dei bei denti;

io ho più di lei: 20 kg come minimo, le tette (queste sconosciute), un contratto a tempo determinato di ben 4 anni (pfui, lei sarà Miss solo per un anno), libertà di mangiare tutte le schifezze che voglio, un dentino alla Letitia Casta e per quanto riguarda gli occhi azzurri magnetici, posso sempre vantare diritto di possesso su quelli del moroso!

Insomma, facendo due conti, direi che siamo parimerito… anzi, quasi quasi, VINCO IO! Un bacio!

come iniziare bene la settimana! – 180

Per fortuna che è lunedì e che bisogna sempre cominciare con il piede giusto. Stamattina alle 7.00 (DICO SETTE IN PUNTO) gli operai che stanno lavorando sotto la mia camera da letto hanno cominciato a darci dentro con il martello pneumatico. Un casino di cingoli, trapani, pezzi di asfalto che volavano.

Ho aperto un occhio, ho guardato l’ora sul cellulare e ho ricominciato a dormire girandomi sull’altro fianco.

Ore 7.30. Suona la sveglia. Apro un occhio, arranco rattrappita verso il lavandino, mi butto a testa in giù con i capelli, li lavo. Allungo un braccio, prendo l’asciugamano più grande che trovo. Me lo metto a turbante sopra la testa. Mi lavo i denti. Mi trascino con gli occhi chiusi al letto. Anche questa è fatta.

Prima di prendere sonno nuovamente, faccio in tempo a pensare: "perché… devono chiudere l’acqua per fare i lavori alle 8 di mattina e io sono costretta a lavarmi tra un sonno e l’altro???" Dopo un inizio così traumatico, dite che sopravvivevò al resto della settimana??? Un bacio!

miss…spiace – 179

E’ cominciata la stagione delle Miss. E io ho sempre guardato Miss Italia. Non tutte le sere, per carità. Però un po’, giusto per vedere cosa c’è di bello e nuovo. Giusto perché sono romantica e mi piacciono tanto le storie che iniziano con un brutto anatroccolo e finiscono con un cigno.

A questo aggiungete che… da qui vedo solo RaiUno. La scelta non è molto ampia.

Così, ieri sera, mi metto in divano per rilassarmi e… apriti cielo. La Goggi che si incazza e se ne va lasciando Mike sul palco, da solo, con la Miss dell’anno scorso a improvvisarsi spalla e riscoprirsi papera. Non mi piace questa Tv. Non mi piace che ci siano delle cariatidi a fare i presentatori e mi domando se è possibile che l’Italia viva nel ricordo e nell’ammirazione di vecchie mummie. Che rimangono a scaldare i loro posti: che siano politici, che siano professori (universitari), che siano presentatori. E non ditemi che hanno esperienza: nessun altro può farsela se loro non lasciano spazio. Ma non mi piace quest’Italia dove le prime donne scappano via indispettite, perché non hanno tutto lo spazio che vorrebbero. E non si sentono in dovere di chiedere umilmente scusa per non essere stati capaci di fare il loro lavoro. Non mi piace questo mondo di vecchi che restano basiti di fronti a eccessi di bile che fuoriescono all’improvviso. Il vecchio Mike che non sa cosa fare e dimostra i suoi 80 e più anni e mi fa tenerezza perché è più istruito, è vestito meglio (beh, insomma…), ma mi ricorda tanto mio nonno. Non mi piace che non ci sia più sacralità per nulla. Non parlo di religione, perché sarebbe politically incorrect. Parlo della sacralità riconosciuta della televisione, di una prima serata sulla rete ammiraglia. E resto così… basita… a vedere che ci si possa sentire autorizzati a piantare la trasmissione in diretta perché ci girano, dopo 20 minuti dall’inizio. Vorrei solo che a tutti fosse richiesta la stessa serietà. E se io vado al lavoro e devo mantenere un certo decoro, chi è pagato per apparire, dovrebbe fare da esempio. Per stasera chiedo ai vari Grillo, Cecchi Paone, Goggi della Tv e ai nostri politici di smetterla per un po’ di strillare e fare scenette napoletane di fronte agli occhi di persone che meritano di più. Un bacio!