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de porcello – 178

Oggi ho lavorato troppo. Ho chiesto a me stessa uno sforzo eccezionale. Fare tre cose contemporaneamente: nessun momento di svago, sempre lì con la testa, tra tempi di incubazione, lavaggi, foto al microscopio… La testa mi pulsava, mi scoppiava. Avrei voluto sedermi, anzi no… stravaccarmi in divano e farmi coccolare.

Problema n.1: ho finito alle sei e mezza dopo una tirata sempre dritta dalle 9 di stamattina. Cosa? vuoi momenti di momenti di svago? Ma scordateli!
Problema n.2: il mio divano… Intanto ancora puzza del fumo del precendente inquilino dell’appartamento. Ed è troppo corto per le mie lunghe gambe. Scordati di stravaccartici sopra!
Problema n.3: coccole????? ma fatemi un piacere… il moroso passa le sue giornate a fare lo scienziato pazzo e a intrappolare nella sua ragnatela (web) poveri navigatori ingenui. Scordati le coccole: quelle si fanno a gatti e cani!

Dunque, sono al bancone che cerco di travasare una soluzione salina da una bottiglia dentro ad un cilindro graduato. Spando. Raddrizzo la bottiglia e riprovo. Spando ancora. Riprovo. Spando. Faccio un sospirone, ma basta… mi spiace: non ce la faccio. Mi rassegno a travasare e a inzozzare tutto il bancone con la soluzione che mi cola lungo la bottiglia e va dappertutto tranne che dentro l’apertura del cilindro.

Mi volto sbuffante alla ricerca di un pezzo di scottex per pulire e Marine mi sta guardando. Mi guarda e ride. Quindi mi dice: "tu fais la cochonne?" Letteralmente: fai la maiala? Il primo istinto è quello di appoggiarmi al bancone e lasciarmi scivolare verso il pavimento soffocata dalle risate. Mi accontento di ridere solamente, perché di tempo per sedersi non ce n’è!

Solo adesso, ripensando all’accaduto, mi chiedo se sia possibile che in questi giorni non si possa parlare d’altro che di maiali!!!!! Un bacio!

spider ringo – 177

Il moroso a volte si dimentica di come è fatta la morosa. Non nel senso letterale del termine, ma si dimentica che la morosa, stuzzicata, reagisce. E se la morosa scrive un accenno velato ai loschi affari del moroso, giusto per dargli una bonaria tiratina d’orecchie (Mentre il moroso tramava oscuri disegni per guadagnare il primato assoluto di visitatori giornalieri – vedi post di ieri) e lui gagliardamente risponde “si beh, ma tanto nessuno ha capito a cosa ti riferisci”…. la vendetta è servita su un piatto d’argento.

Chi ci legge entrambi sa che il moroso guarda sempre le statistiche del sito. Sa che il moroso ne fa quasi una malattia. Sa che lui scrive per il suo pubblico: ha bisogno di sentire che la platea c’è. Per usare una metafora, è attore di teatro, non di cinema. Il moroso legge sempre le chiavi di ricerca dei malcapitati che giungono sul suo sito.

Prendendo spunto da una chiave di ricerca sulle calorie dei Ringo, ha creato un tormentone. Ne ha scritto così spesso e così tante volte che ormai la bomba ad orologeria si è innescata. Lo sciagurato che cerchi le calorie dei suddetti biscotti inevitabilmente finisce nel suo sito. Ne approfitta furbescamente, traendone motivo di vanto, godendo all’idea che dei poveri disgraziati arrivino sul suo sito e non su quello della Pavesi. E, dico io, neppure chiede dei soldi per il servizio sociale che svolge.

Ma l’oscuro manipolatore di accessi non si è accontentato della nicchia di mangiatori di biscotti pentiti. No! Ha scoperto la gallina dalle uova d’oro: il ragno porcello, altrimenti detto spider pig o spider porc o spider cochon. Sì, perché il manipolatore furbo, lo scaltro scopritore di tendenze ha fiutato l’affare prima che scoppiasse: la canzoncina del film dei Simpson. L’ha pubblicata l’unico uomo sulla Terra che manco ha visto il film… capite????

Bene, stasera la sua buonanotte è stata la seguente: “secondo te, ce la faccio oggi a superare il numero di accessi di ieri?” Ora, alle 22.25 conto 115 accessi contro i 122 di ieri. Considerato che mancano 2 ore e mezza a mezzanotte.. beh, credo che ce la farà…. Ora il suo Ego si ingrandirà un altro po’ di più… povera me! Un bacio!

ps. ho seriamente valutato la posibilità di mettere un’immagine di Homer e il porcellino, ma… ce ne sono talmente tante in giro, che ho preferito questa, che mi faceva ridere di più! Ovviamente, se cercate Quell’immagine, andate sul blog del moroso!

digiuno e penitenza – 176

Mentre il moroso tramava oscuri disegni per guadagnare il primato assoluto di visitatori giornalieri, io me ne sono tornata in Italia. Innanzitutto per rendere omaggio al fratellino pulcioso che ha finalmente compiuto 12 anni. In secondo luogo, perché qui lunedì (ieri) era festa.

Lo so che siete confusi. I miei amici Svizzeri che non festeggiano nemmeno una delle feste comandate, ieri si sono concessi un giorno di festa: il lunedì di digiuno federale. Confesso di aver cercato un po’ qui e un po’ là, per trovare le radici di questo giorno di vacanza. E dopo un’odissea googleana, mi sono ritrovata più confusa di prima!

Vediamo di darvi qualche piccolo pezzetto del puzzle.

I giorni di digiuno e penitenza indetti dalle autorità in certe circostanze risalgono al tardo Medioevo. Le ragioni che motivavano tali celebrazioni erano molto diverse tra loro: guerre o minacce di conflitto, malattie e epidemie, cataclismi naturali… La storia dell’istituzionalizzazione del Digiuno Federale è strettamente legata alla nascita dello Stato Confederato. Il primo Digiuno Federale è stato celebrato in tutta la Svizzera l’8 Settembre 1796. Tuttavia, è risultato molto difficoltoso designare un giorno che convenisse sia ai protestanti che ai cattolici. Dal 1817 i protestanti hanno scelto il secondo giovedì di settembre e i cattolici la domenica successiva.

In realtà, da quello che ho capito, a Losanna la giornata del digiuno è la terza domenica di settembre e il lunedì è festa (forse perché si presuppone che un digiunatore radicale non potrebbe reggere una giornata di lavoro…). Ma non sono sicura che tutti i cantoni celebrino il digiuno federale lo stesso giorno: ho il dubbio, per esempio, che Ginevra continui a festeggiare di Giovedì…

Dunque, riassunto della puntata: 1. bello avere un giorno di festa; 2. bello che tale giorno di festa cada sempre di lunedì; 3. bello che gli Svizzeri digiunino e chiedano aiuto alla Provvidenza affinchè questa Nazione che tanto calorosamente mi ha accolto, rimanga un gioiellino di efficienza, sicurezza, prevenzione; 4. bello che loro digiunino e io… mi abbuffi! Un bacio!

un mondo di banane – 175

L’appartamento è silenzioso. La luce dei lampioni filtra dalle tapparelle che non sono abbassate completamente. Il lettone non è vuoto. Rannicchiata in un angolo, lei dorme. Sogna forse; il respiro è lento e regolare. La notte porta riposo.

Nell’aria un forte odore di banane. Nella sua pancia così tante banane che neppure una scimmia ne riesce a mangiare in un giorno.

All’improvviso, un urlo squarcia la notte. "No, no.. cazz…… un crampo no!"

Ma ditemi un po’: cosa le mangio a fare le banane se i crampi continuano a interrompere i miei sonni??? Un bacio!

Topo Gigio ha fatto un casino – 174

Non ha i buchi. Non somiglia per nulla all’Emmentaler, di cui è fratello ma non certo gemello. In Italia è noto come Gruviera, ma forse è meglio chiamarlo Gruyère alla francese per evitare che la prima immagine a saltarci alla mente sia quella di un topetto che si mangia da mattina a sera un formaggio coi buchi. Ma che fai Topo Gigio? Quello non è gruviera!

Questo formaggio è tipicamente svizzero. Prodotto nel cantone di Friburgo, ma anche in quello di Vaud (dove si trova Losanna). E’ famoso perché ha una lunghissima storia (che comincia nel 1115), perché è buono, perché è nei piatti tipici della zona. E’ uno dei compontenti della Fondue Moitié-Moitié che è il piatto svizzero per eccellenza. Questa vellutata di formaggi fusi, il groviera appunto e il Vacherin (anch’esso famoso formaggio friburghese) che viene assaporata intingendo pezzetti di pane nell’apposito caquelon posto sul fornellino che tiene sempre calda la preparazione. Ieri sera ho avuto nuovamente l’occasione di gustare questa prelibatezza e a differenza della prima volta, non mi sono ubriacata mangiandola, perché non era altrettanto alcolica della prima che ho mangiato.

Ma non finisce qui. Non finisce qui la serata. perché a chiudere il tutto ci ha pensato il dessert "meringhe con doppia crema di Gruyère". Ma cos’è essenzialmente la doppia crema? E’ "panna di affioramento" del latte, che ti viene fornita dentro ad una ciotolina. Crema che ha la consistenza del mascarpone (grandi chef, non fucilatemi… sto parlando da analfabeta!). I miei colleghi si sono tuffati nel dolce con l’ingordigia delle cavallette, intingendo le meringhe nella crema, o forse sarebbe meglio dire, spalmandoci questa specie di burro sopra. Quello che dicono i siti svizzeri al proposito è "crema spessa, bella, untuosa e fresca". Cioè praticamente grasso allo stato puro. E il moroso può anche dire che fanno tanto sport e per quello sono magri. Io penso alle loro coronarie… e lì, il colesterolo si attacca anche se fai più sport della media.

Vi lascio con una descrizione fatta da un ragazzo svizzero a scopo pubblicitario di questa delizia. "IL dessert per eccellenza. Bisogna avere ancora dello spazio se si vuole poter mandar giù questo dessert, che impegna bene l’apparato digestivo. Disponete le meringhe sul piatto e le ricoprite di crema doppia di Gruyère. Come spiegare il gusto della crema… beh è come mangiare sei litri di panna. Il gusto è unico… potrei morire per mangiarne".

Mio Dio, voglio Mister Muscolo Idraulico per sturarmi intestino e coronarie.. subito! Un bacio!

occhi aperti! – 173

Yvan è in vacanza in Italia. Yvan prima di partire è venuto da me per chiedermi quali accortezze particolari dovesse avere nella terra del mandolino e della pizza. Io ho sentito improvvisamente tutti i campanelli d’allarme suonare. Sì, perché questi poveri Svizzeri mi fanno tenerezza: così tranquilli e rilassati in casa loro, nella loro Terra dove non c’è motivo di non rispettare le regole. Gli dico, cercando di terrorizzarlo, di tenere gli occhi aperti, di stare attento… l’Italia è piena di malintenzionati, di canagliette, di scippatori. Il mio climax ascendente mi si strozza in gola nel momento in cui sto per dire: "l’Italia è terra di mafia". Eccheccavoli: vabbè spinta retorica, vabbè mettere in guardia l’ingenuo Yvan, ma insomma…. io non sono mai stata scippata in vita mia. Anche se ho frequentato per tanti anni i bassifondi della stazione di Padova.

Lui, percependo l’inversione di tendenza dei miei commenti che tendono a minimizzare la situazione e a rassicurarlo, mi dice che sono cose che possono accadere ovunque.

Yvan: Pensa che mia morosa l’hanno scippata in metropolitana a Praga. Aveva appoggiato la borsa per terra, davanti ai piedi e tre ragazzi si sono messi ad arte tutti lì attorno. Alla prima partenza, nel momento in cui il treno ha un po’ sobbalzato, le hanno infilato la mano nella borsa e le hanno rubato la prima cosa che hanno trovato. Una specie di portagioie con dentro 4 cavolate. Noi ce ne siamo accorti alla fermata successiva, quando la mia ragazza ha visto che la sua borsa aveva la cerniera completamente aperta. Pensa te come sono scaltri e bene organizzati.
Chiara: Ci metto alcuni secondi a riprendermi dallo shock e poi… Yvan, in Italia non sognarti mai di mettere per terra la borsa in un mezzo di trasporto pubblico affollato e men che meno di permettere a chiunque di avvicinarsi a tal punto da poter infilarci dentro le mani senza che tu lo veda. A tal proposito consiglio caldamente di tenere sempre la borsa chiusa saldamente sotto braccio e di non lasciare il portafoglio nella tasca più esterna dello zaino.
Y.: Ma dici davvero? Ma davvero provano ad aprirti la tasca posteriore dello zaino?
C.:
Ok Yvan, devi sapere che l’Italia è una terra di ladri- scippatori- furfanti- disonesti- malfattori- aguzzini- fuorilegge- e sì, perfino di mafiosi mafiosi…..
[la Svizzera, invece, è una terra di inguarabili romantici ingenui!!!!!]

Un bacio!

e per finire, un tocco di italianità! – 172

In questi giorni sto contattando i prof che faranno parte della commissione esaminatrice al mio intermediate exam, esame che deciderà le sorti della vostra balda ammazza-topette losannese. Magari mi bocciano e mi tocca trovarmi un altro mestiere. E alla voce "esperienze lavorative pregresse" mi tocca scrivere ammazza-topette provetta.

Tra gli altri, abbiamo scelto un prof. che insegna qui all’università, ma è italiano. Capitemi bene: prima di finire qui era prof a Harvard… cioè, è un tipo che merita tutto il mio rispetto e la mia ammirazione. So che con i suoi PhD parla rigorasamente in Inglese, anche se loro sono italiani. Peggio ancora: loro gli parlano in italiano e lui risponde in inglese.

In virtù di queste voci di corridoio e per mantenere un tono di formalità, gli ho scritto in Inglese per pregarlo di far parte della mia commissione e venirmi a bastonare parlandomi in inglese harvardiano. Lui mi ha risposto con prontezza qualche ora dopo che gli ho scritto. Si vede proprio che è diventato internazionale e ha perso (o forse non ha mai acquisito) certi meccanismi contorti che portano i prof. italiani a tirarsela sempre tanto, quando si tratta di esigenze dello studente.

Il palco è però cascato quando ha concluso la sua mail con Could you please work out a date and time with my secretary? Oh, adesso sì che mi sento davvero a casa! Un bacio!

pronto, sono Chiara, come posso aiutarla? – 171

Nonostante la distanza e in virtù dell’aumentato tempo libero di cui godo nella mia solitaria vita svizzera, sento molto spesso i miei genitori e mio fratello. Li sento e cerco di rispondere ai loro dubbi amletici, cercando di rendermi utile alla famiglia, nonostante non abitiamo più sotto lo stesso tetto.

La scuola sta per ricominciare e quella piccola pigra pulce che si spaccia per mio fratello deve ancora finire i compiti. E, forte delle mie conoscenze dell’Inglese e Francese, mi sono riproposta di aiutarlo a finire i due libri delle vacanze che gli hanno affibbiato. Abbiamo finito il libro di francese ancora durante le vacanze in montagna: ho porconato a sufficienza, ma la domenica mentre preparavo la valigia per la Svizzera, ha finito l’ultima pagina. Il libro di Inglese, invece, è un incubo. perché non è un libro con gli esercizi, ma un libretto da leggere e POI fare gli esercizi. Premetto che la pulce voleva fare gli esercizi basandosi sulle figure del libro: “tanto ho già capito cosa succede nella storia”. Ma io sono un’integerrima lettrice di libri e l’ho convinto a leggerlo tutto e cercare di tradurlo. Peccato, che lui abbia un lessico limitato e che del libro effettivamente non capisca una mazza nel momento in cui lo legge. Così, sono due settimane che lo chiamo tutte le sere e ci facciamo un’oretta di traduzione libro: lui legge, prova a tradurre e io faccio da vocabolario vivente. Dato che l’altro ieri abbiamo finalmente finito la lettura, sono due giorni che ci stiamo finalmente dedicando agli esercizi. Dopo questa lunga premessa, arriviamo al nocciolo della questione: cosa è successo ieri sera.

Telefono a casa, parlo un po’ con la mamma, quindi passo 40 minuti con la pulce a fare gli esercizi. Mettiamo giù perché deve cenare. Dopo un’oretta mi chiama mia mamma:

Mamma: “Ciao Chiara. Mi hai cercato una filastrocca sui colori da far scrivere ai bambini il primo giorno di scuola?”.
Io: “Mmm… no”
M: “Senti, puoi cercarmela? facile facile, eh? Oppure dici che sia meglio cercare una filastrocca coi nomi dei bambini?”
I: “Tze, mamma! ti pare possibile che io trovi la filastrocca esattamente coi nomi dei tuoi bambini?”
M: “Beh, sono solo 9, sai?”
I: “Appunto! quante probabilità ci sono che trovi una filastrocca con esattamente quei 9 nomi? e poi, se tutto va bene, avranno pure dei nomi strani”
M: “no… a dire la verità ce n’è solo uno che si chiama Leo..”
I: “Vada per la filastrocca sui colori, per carità!”

Dunque, mentre me la spasso cercando filastrocche sui colori al telefono col moroso che decanta versi aulici tipo “Leo, te si proprio beo” e contemporaneamente mi boccia come orribili tutte le filstrocche che mi capitano sotto tiro di mouse, mi arriva un sms, prima sul numero italiano e poi sul numero svizzero.

Papà: “Abbisogniamo testo telegramma per sposi X e Y con cortese sollecitudine.”

Il moroso comincia a sganasciarsi e dimentica le sue velleità poetiche. Io stordita dai vari “rosso lampone, giallo limone, verde pisello e verde pastello” mi lancio alla ricerca di frasi da matrimonio. Ma dopo aver letto questa, decido che è giunta l’ora di andare a letto. Rileggendola adesso però mi assale un dubbio atroce: papà si lamenterà perché gli faccio spendere troppi soldi di telegramma??? Un bacio!

Che possiate vivere sempre uniti: come RAI 1 e RAI 2, come ITALIA 1 e CANALE 5.
Che il vostro amore possa aumentare sempre: come le tasse.

Che la passione non finisca mai: come gli sceneggiati televisivi.
Che i vostri baci siano innumerevoli: come gli emendamenti al governo.
Che i vostri nemici vengano cacciati fuori: come i fumatori.

che freddo che fa – 170

Mamma mia, sicuramente tornerò a casa da questa esperienza svizzera con la pelle più giovane di quando sono partita. Certo, perché alle temperature polari il corpo sicuramente non invecchia: e io resto giovane giovane.

Da un paio di giorni a questa parte a Losanna soffia la Bise, questo vento delizioso e GELIDO che ti congela anche le budella. Per dovere di verità, devo ammettere che, se non altro, sta tenendo lontane le nuvole. Il risultato è che il cielo è splendido e sereno come poche volte l’ho visto. Ma è impossibile stare all’aria aperta.

Dopo 2 giorni in cui alla fermata dell’autobus mi spiaccicavo contro la pensilina per ripararmi dagli spifferi assassini, oggi ho fatto il grande passo e mi sono riconvertita all’impagabile canottiera della nonna, ficcata dentro ai pantaloni e dentro le mutande, perché l’aria non passi. Accessori: la felpa, il giubbino e la sciarpa.

Ma tutto questo non è servito più di tanto, se pensate che oggi è stata giornata criostato (mani a -28 °C per 6 ore consecutive) e la finestra del mio ufficio spiffera, spiffera e spiffera… Sono gelata!

A questo aggiungete che soffro tremendamente dell’aria secca losannese. Sarà che io vengo dalla palude padana, ma qui mi si secca tutto. Dalla pelle del viso alle gambe, passando per il naso. Ebbene sì, checchè ne dica il moroso, il riscaldamento del mio appartamento è funesto per la mia salute. E infatti, adesso che il clima rigido ne ha imposto l’accensione condominiale, il mio naso si è nuovamente crepato. Alla faccia degli umidificatori che ho comprato. Alla faccia del fatto che i miei termosifoni sono assolutamente SPENTI. Grrrr…. rivoglio il mio naso. Bise, te lo ordino: smetti di soffiare. E voi svizzeri, spegnete quel cavolo di riscaldamento! Un bacio.

I come… italiano o inglese? – 169

Colgo spunto dalle parole del Ministro Fioroni per riflettere sulle lacune degli Italiani. No, ce ne sono molte di lacune e non mi metterò a passarle tutte in rassegna. Ma parliamo dell’Inglese e gli Italiani. Dialogo tra me e Yvan:

Yvan: "Ma come mai gli Italiani parlano così poco e male l’Inglese?!"
Io: "Eh, hai ragione… Io che ho studiato Inglese per 8 anni tra medie e superiori, qui sono quella che parla l’inglese peggio di tutti. Mi sento così ignorante…"
Y: "beh, io non stavo parlando di te! tu almeno sai spiegarti…"
I: "sì, spiegarmi… a gesti, forse! o dopo essermi interrotta 50 volte….."
Y: "prima di lavorare qui, lavoravo a Ginevra in un centro di analisi contro il doping. Beh, di solito quando c’è un riscontro positivo, lo sportivo ha diritto a far rifare l’esame alla presenza del suo avvocato e di un suo esperto di fiducia. Ogni volta che si trattava di uno sportivo italiano ci arrivavano avvocati che non sapevano spiacciacare una sola parola di inglese. Alla fine, ci siamo rassegnati ad usare come traduttrice una tecnica di laboratorio che sapeva parlare un po’ di italiano".
I: "non mi stupisce che gli avvocati italiani non sapessero spiaccicare nemmeno una parola di inglese… lo avranno studiato un po’ alle superiori e poi basta"
Y: "ma dài.. degli avvocati che non sanno parlare inglese?!"
I: "perché mai dovrebbero saperlo secondo te?!"
Y: "ma sono laureati!!!!!!"

Capisco che Fioroni se la prenda con le carenze di grammatica italiana, capisco che non tolleri i buchi neri sulla storia italiana del Novecento, capisco che siano scandalose le nostre scarse conoscenze di geografia… però, mannaggia la miseria, fate fare inglese a questi studenti che sembriamo degli analfabeti da Paesi del Terzo Mondo al confronto con tutti gli altri! E, se volete risolvere carenze degli studenti, assumente insegnanti che siano capaci di fare il loro lavoro! Un bacio!