Archive for September, 2007

occhi aperti! – 173

Yvan è in vacanza in Italia. Yvan prima di partire è venuto da me per chiedermi quali accortezze particolari dovesse avere nella terra del mandolino e della pizza. Io ho sentito improvvisamente tutti i campanelli d’allarme suonare. Sì, perché questi poveri Svizzeri mi fanno tenerezza: così tranquilli e rilassati in casa loro, nella loro Terra dove non c’è motivo di non rispettare le regole. Gli dico, cercando di terrorizzarlo, di tenere gli occhi aperti, di stare attento… l’Italia è piena di malintenzionati, di canagliette, di scippatori. Il mio climax ascendente mi si strozza in gola nel momento in cui sto per dire: "l’Italia è terra di mafia". Eccheccavoli: vabbè spinta retorica, vabbè mettere in guardia l’ingenuo Yvan, ma insomma…. io non sono mai stata scippata in vita mia. Anche se ho frequentato per tanti anni i bassifondi della stazione di Padova.

Lui, percependo l’inversione di tendenza dei miei commenti che tendono a minimizzare la situazione e a rassicurarlo, mi dice che sono cose che possono accadere ovunque.

Yvan: Pensa che mia morosa l’hanno scippata in metropolitana a Praga. Aveva appoggiato la borsa per terra, davanti ai piedi e tre ragazzi si sono messi ad arte tutti lì attorno. Alla prima partenza, nel momento in cui il treno ha un po’ sobbalzato, le hanno infilato la mano nella borsa e le hanno rubato la prima cosa che hanno trovato. Una specie di portagioie con dentro 4 cavolate. Noi ce ne siamo accorti alla fermata successiva, quando la mia ragazza ha visto che la sua borsa aveva la cerniera completamente aperta. Pensa te come sono scaltri e bene organizzati.
Chiara: Ci metto alcuni secondi a riprendermi dallo shock e poi… Yvan, in Italia non sognarti mai di mettere per terra la borsa in un mezzo di trasporto pubblico affollato e men che meno di permettere a chiunque di avvicinarsi a tal punto da poter infilarci dentro le mani senza che tu lo veda. A tal proposito consiglio caldamente di tenere sempre la borsa chiusa saldamente sotto braccio e di non lasciare il portafoglio nella tasca più esterna dello zaino.
Y.: Ma dici davvero? Ma davvero provano ad aprirti la tasca posteriore dello zaino?
C.:
Ok Yvan, devi sapere che l’Italia è una terra di ladri- scippatori- furfanti- disonesti- malfattori- aguzzini- fuorilegge- e sì, perfino di mafiosi mafiosi…..
[la Svizzera, invece, è una terra di inguarabili romantici ingenui!!!!!]

Un bacio!

e per finire, un tocco di italianità! – 172

In questi giorni sto contattando i prof che faranno parte della commissione esaminatrice al mio intermediate exam, esame che deciderà le sorti della vostra balda ammazza-topette losannese. Magari mi bocciano e mi tocca trovarmi un altro mestiere. E alla voce "esperienze lavorative pregresse" mi tocca scrivere ammazza-topette provetta.

Tra gli altri, abbiamo scelto un prof. che insegna qui all’università, ma è italiano. Capitemi bene: prima di finire qui era prof a Harvard… cioè, è un tipo che merita tutto il mio rispetto e la mia ammirazione. So che con i suoi PhD parla rigorasamente in Inglese, anche se loro sono italiani. Peggio ancora: loro gli parlano in italiano e lui risponde in inglese.

In virtù di queste voci di corridoio e per mantenere un tono di formalità, gli ho scritto in Inglese per pregarlo di far parte della mia commissione e venirmi a bastonare parlandomi in inglese harvardiano. Lui mi ha risposto con prontezza qualche ora dopo che gli ho scritto. Si vede proprio che è diventato internazionale e ha perso (o forse non ha mai acquisito) certi meccanismi contorti che portano i prof. italiani a tirarsela sempre tanto, quando si tratta di esigenze dello studente.

Il palco è però cascato quando ha concluso la sua mail con Could you please work out a date and time with my secretary? Oh, adesso sì che mi sento davvero a casa! Un bacio!

pronto, sono Chiara, come posso aiutarla? – 171

Nonostante la distanza e in virtù dell’aumentato tempo libero di cui godo nella mia solitaria vita svizzera, sento molto spesso i miei genitori e mio fratello. Li sento e cerco di rispondere ai loro dubbi amletici, cercando di rendermi utile alla famiglia, nonostante non abitiamo più sotto lo stesso tetto.

La scuola sta per ricominciare e quella piccola pigra pulce che si spaccia per mio fratello deve ancora finire i compiti. E, forte delle mie conoscenze dell’Inglese e Francese, mi sono riproposta di aiutarlo a finire i due libri delle vacanze che gli hanno affibbiato. Abbiamo finito il libro di francese ancora durante le vacanze in montagna: ho porconato a sufficienza, ma la domenica mentre preparavo la valigia per la Svizzera, ha finito l’ultima pagina. Il libro di Inglese, invece, è un incubo. perché non è un libro con gli esercizi, ma un libretto da leggere e POI fare gli esercizi. Premetto che la pulce voleva fare gli esercizi basandosi sulle figure del libro: “tanto ho già capito cosa succede nella storia”. Ma io sono un’integerrima lettrice di libri e l’ho convinto a leggerlo tutto e cercare di tradurlo. Peccato, che lui abbia un lessico limitato e che del libro effettivamente non capisca una mazza nel momento in cui lo legge. Così, sono due settimane che lo chiamo tutte le sere e ci facciamo un’oretta di traduzione libro: lui legge, prova a tradurre e io faccio da vocabolario vivente. Dato che l’altro ieri abbiamo finalmente finito la lettura, sono due giorni che ci stiamo finalmente dedicando agli esercizi. Dopo questa lunga premessa, arriviamo al nocciolo della questione: cosa è successo ieri sera.

Telefono a casa, parlo un po’ con la mamma, quindi passo 40 minuti con la pulce a fare gli esercizi. Mettiamo giù perché deve cenare. Dopo un’oretta mi chiama mia mamma:

Mamma: “Ciao Chiara. Mi hai cercato una filastrocca sui colori da far scrivere ai bambini il primo giorno di scuola?”.
Io: “Mmm… no”
M: “Senti, puoi cercarmela? facile facile, eh? Oppure dici che sia meglio cercare una filastrocca coi nomi dei bambini?”
I: “Tze, mamma! ti pare possibile che io trovi la filastrocca esattamente coi nomi dei tuoi bambini?”
M: “Beh, sono solo 9, sai?”
I: “Appunto! quante probabilità ci sono che trovi una filastrocca con esattamente quei 9 nomi? e poi, se tutto va bene, avranno pure dei nomi strani”
M: “no… a dire la verità ce n’è solo uno che si chiama Leo..”
I: “Vada per la filastrocca sui colori, per carità!”

Dunque, mentre me la spasso cercando filastrocche sui colori al telefono col moroso che decanta versi aulici tipo “Leo, te si proprio beo” e contemporaneamente mi boccia come orribili tutte le filstrocche che mi capitano sotto tiro di mouse, mi arriva un sms, prima sul numero italiano e poi sul numero svizzero.

Papà: “Abbisogniamo testo telegramma per sposi X e Y con cortese sollecitudine.”

Il moroso comincia a sganasciarsi e dimentica le sue velleità poetiche. Io stordita dai vari “rosso lampone, giallo limone, verde pisello e verde pastello” mi lancio alla ricerca di frasi da matrimonio. Ma dopo aver letto questa, decido che è giunta l’ora di andare a letto. Rileggendola adesso però mi assale un dubbio atroce: papà si lamenterà perché gli faccio spendere troppi soldi di telegramma??? Un bacio!

Che possiate vivere sempre uniti: come RAI 1 e RAI 2, come ITALIA 1 e CANALE 5.
Che il vostro amore possa aumentare sempre: come le tasse.

Che la passione non finisca mai: come gli sceneggiati televisivi.
Che i vostri baci siano innumerevoli: come gli emendamenti al governo.
Che i vostri nemici vengano cacciati fuori: come i fumatori.

che freddo che fa – 170

Mamma mia, sicuramente tornerò a casa da questa esperienza svizzera con la pelle più giovane di quando sono partita. Certo, perché alle temperature polari il corpo sicuramente non invecchia: e io resto giovane giovane.

Da un paio di giorni a questa parte a Losanna soffia la Bise, questo vento delizioso e GELIDO che ti congela anche le budella. Per dovere di verità, devo ammettere che, se non altro, sta tenendo lontane le nuvole. Il risultato è che il cielo è splendido e sereno come poche volte l’ho visto. Ma è impossibile stare all’aria aperta.

Dopo 2 giorni in cui alla fermata dell’autobus mi spiaccicavo contro la pensilina per ripararmi dagli spifferi assassini, oggi ho fatto il grande passo e mi sono riconvertita all’impagabile canottiera della nonna, ficcata dentro ai pantaloni e dentro le mutande, perché l’aria non passi. Accessori: la felpa, il giubbino e la sciarpa.

Ma tutto questo non è servito più di tanto, se pensate che oggi è stata giornata criostato (mani a -28 °C per 6 ore consecutive) e la finestra del mio ufficio spiffera, spiffera e spiffera… Sono gelata!

A questo aggiungete che soffro tremendamente dell’aria secca losannese. Sarà che io vengo dalla palude padana, ma qui mi si secca tutto. Dalla pelle del viso alle gambe, passando per il naso. Ebbene sì, checchè ne dica il moroso, il riscaldamento del mio appartamento è funesto per la mia salute. E infatti, adesso che il clima rigido ne ha imposto l’accensione condominiale, il mio naso si è nuovamente crepato. Alla faccia degli umidificatori che ho comprato. Alla faccia del fatto che i miei termosifoni sono assolutamente SPENTI. Grrrr…. rivoglio il mio naso. Bise, te lo ordino: smetti di soffiare. E voi svizzeri, spegnete quel cavolo di riscaldamento! Un bacio.

I come… italiano o inglese? – 169

Colgo spunto dalle parole del Ministro Fioroni per riflettere sulle lacune degli Italiani. No, ce ne sono molte di lacune e non mi metterò a passarle tutte in rassegna. Ma parliamo dell’Inglese e gli Italiani. Dialogo tra me e Yvan:

Yvan: "Ma come mai gli Italiani parlano così poco e male l’Inglese?!"
Io: "Eh, hai ragione… Io che ho studiato Inglese per 8 anni tra medie e superiori, qui sono quella che parla l’inglese peggio di tutti. Mi sento così ignorante…"
Y: "beh, io non stavo parlando di te! tu almeno sai spiegarti…"
I: "sì, spiegarmi… a gesti, forse! o dopo essermi interrotta 50 volte….."
Y: "prima di lavorare qui, lavoravo a Ginevra in un centro di analisi contro il doping. Beh, di solito quando c’è un riscontro positivo, lo sportivo ha diritto a far rifare l’esame alla presenza del suo avvocato e di un suo esperto di fiducia. Ogni volta che si trattava di uno sportivo italiano ci arrivavano avvocati che non sapevano spiacciacare una sola parola di inglese. Alla fine, ci siamo rassegnati ad usare come traduttrice una tecnica di laboratorio che sapeva parlare un po’ di italiano".
I: "non mi stupisce che gli avvocati italiani non sapessero spiaccicare nemmeno una parola di inglese… lo avranno studiato un po’ alle superiori e poi basta"
Y: "ma dài.. degli avvocati che non sanno parlare inglese?!"
I: "perché mai dovrebbero saperlo secondo te?!"
Y: "ma sono laureati!!!!!!"

Capisco che Fioroni se la prenda con le carenze di grammatica italiana, capisco che non tolleri i buchi neri sulla storia italiana del Novecento, capisco che siano scandalose le nostre scarse conoscenze di geografia… però, mannaggia la miseria, fate fare inglese a questi studenti che sembriamo degli analfabeti da Paesi del Terzo Mondo al confronto con tutti gli altri! E, se volete risolvere carenze degli studenti, assumente insegnanti che siano capaci di fare il loro lavoro! Un bacio!

mmm… sì! – 168

Questo weekend è stato allietato dalla visita di parte della famiglia: zia, cugina e fratello. Il trio è arrivato a Losanna venerdì notte ed è ripartito stamattina. Sabato mattina ho lavorato, nel pomeriggio li ho accompagnati lungo il lago di Losanna, domenica pomeriggio siamo andati a Ginevra. Tempo finalmente bello, soleggiato, a tratti rinfrescato dalla Bise. Oggi ovviamente ha già ricominciato a piovere e adesso, guardando fuori, la notte sembra già pronta ad accogliermi. Che tristezza… io voglio la luce!!!!

Riporto, per dovere di cronaca, il dialogo intercorso tra me e il fratello ieri notte.
Io: “ma Franz… te lo immagini quanto sarò triste da domani qui a casa da sola???”
Lui: “…. mmm… sì”. Così dicendo mi prende saldamente la mano nella sua.
Io: mi aggrappo con gratitudine a quella manina di quasi 12 anni. Cerco di trattenere le lacrime per la commozione derivata da un gesto di affetto così inaspettato. Non faccio in tempo a contare fino a 20, che lui… russa.

Ok, non è che posso sperare nei miracoli, no? Un bacio!