e per finire, un tocco di italianità! – 172
In questi giorni sto contattando i prof che faranno parte della commissione esaminatrice al mio intermediate exam, esame che deciderà le sorti della vostra balda ammazza-topette losannese. Magari mi bocciano e mi tocca trovarmi un altro mestiere. E alla voce "esperienze lavorative pregresse" mi tocca scrivere ammazza-topette provetta.
Tra gli altri, abbiamo scelto un prof. che insegna qui all’università, ma è italiano. Capitemi bene: prima di finire qui era prof a Harvard… cioè, è un tipo che merita tutto il mio rispetto e la mia ammirazione. So che con i suoi PhD parla rigorasamente in Inglese, anche se loro sono italiani. Peggio ancora: loro gli parlano in italiano e lui risponde in inglese.
In virtù di queste voci di corridoio e per mantenere un tono di formalità, gli ho scritto in Inglese per pregarlo di far parte della mia commissione e venirmi a bastonare parlandomi in inglese harvardiano. Lui mi ha risposto con prontezza qualche ora dopo che gli ho scritto. Si vede proprio che è diventato internazionale e ha perso (o forse non ha mai acquisito) certi meccanismi contorti che portano i prof. italiani a tirarsela sempre tanto, quando si tratta di esigenze dello studente.
Il palco è però cascato quando ha concluso la sua mail con Could you please work out a date and time with my secretary? Oh, adesso sì che mi sento davvero a casa! Un bacio!