parentesi rosa – 224
Ma sì, diamoci al gossip sfrenato. Natale è passato e ci mancano tutti quei film strappalacrime, pieni di amore e buoni propositi. Ciak, si gira.
Era il lontano 2001 quando l’ho conosicuto. L’ambientazione non è delle più romantiche, se consideriamo che il set consiste in una squallida aula del Biologico dell’Università di Padova e il direttore di scena è un prof decrepito, psicolabile, noiosissimo di Fisica. Aggiungeteci che io odio Fisica.
Di lui mi avevano colpito: l’amico (indiscutibilmente figo, di quella bellezza malandrina, che sai immediatamente che farà male); il portamento (inspiegabilmente mi ricordava il mio ex); la spensieratezza del linguaggio (un chea fig… dietro l’altro. Eh, lo so: un vero lord, ma i Padovani sono un po’ così… volgari!).
Ci ho messo un po’ di tempo per farmi notare. Sarà che lui veleggiava verso altri lidi e guardava troppo in basso per vedere me (non sto parlando in termini esclusivamente metaforici: l’Altra era proprio nana!). Nonostante la mia quarta abbondante aveva avuto il coraggio di pensare di me che ero piatta (forse la camicia che mi assottigliava, lo faceva nei punti sbagliati…), come se quella tavola da surf che piaceva a lui fosse dotata di un seno.
Quando finalmente si è accorto di me, tutto è cominciato con un poco lusinghiero per me l’avventura continua. Nell’euforia del momento non ho riflettuto che definirmi un’avventura non era esattamente incoraggiante. Me lo sono stretta ancora più forte e mi sono persa una notte di sonno a baciarlo.
Alla faccia dei suoi pronostici, l’avventura dura da 6anniquasi7. In barba alla sua illusione di liquidarmi come un’avventura. In barba alla sua propensione per le nane piatte e piattole. In barba ai km che ci hanno diviso nel corso degli anni. In barba ai suoi e ai miei difetti.
La notte di Natale ha creduto di farmi fessa donandomi una scatola (peraltro mal conciata) con dentro oliera-saliera & co. Del mio colore perferito, sia chiaro. Ma io odio l’oliera. Ho atteso paziente che tirasse fuori il regalo vero. Ma quando l’anello è comparso nella sua scatoletta e la sua faccia si è fatta speranzosa e emozionata, io sono impazzita. Non so esattamente descrivere cosa ho pensato in quel momento. Non so dire se ho rimpianto i bei vecchi tempi in cui mi considerava un’innocua avventura. So solo che tra tante cose che avrei potuto dire, ho scelto un tesoro, ma avrai speso almeno 600 euro… Lui avrebbe potuto stringermi forte e dirmi, che ne so, sei la donna della mia vita, ti amo alla follia, non aver paura: questo anello non cambia niente tra di noi. No. Lui mi ha strattonato la mano, mi ha guardato il dito e sbottando bruscamente mi ha sibilato ma fa proprio così schifo quest’anello???
Che ci volete fare? forse al prossimo anello di diamanti risponderò più appropriatamente… Ah, l’amour… Un bacio!