Archive for February, 2008

cinese? io?? – 247

Ventolina è uno dei punti fissi delle mie giornate. Ventolina è fonte di innumerevoli spunti di riflessione. Ventolina mi dice adesso devo andare in banca; devo farmi cambiare la nazionalità. Hanno messo che sono cinese.
Oh povero Ventolina: perché hanno scritto che sei cinese?
Non hanno capito quello che gli hai detto?
Noooooo… Hanno messo che sono cinese perché sul mio passaporto c’è scritto “Republic of China”.
Oh povero Ventolina: e come è potuto accadere che sul tuo passaporto ci sia scritto “Republic of China”? Siete stati assoggettati alla Cina? Non siete indipendenti?

Nooooo… Republic of China vuol dire Taiwan!
Oh povero Ventolina: ti hanno fatto il lavaggio del cervello. Se vi chiamate così, vuol dire che non siete indipendenti. Che la Cina ha dei diritti su di voi.
Nooooooo… Una volta eravamo uniti alla Cina. Quando i comunisti sono saliti al potere, hanno tentato di occupare Taiwan. Taiwan però ha vinto. Così, noi, per sberleffo, ci siamo tenuti il vecchio nome (
Republic of China, n.d.r) e loro hanno dovuto cambiare in People Republic of China.
Oh povero Ventolina… però devi capire che un povero impiegato di banca svizzera vedendo scritto Republic of China possa essere come meno tratto in inganno, no?
Noooooo! C’è scritto che sono nato a Taipei!!! Io adesso vado e gli dico di cambiare subito la nazionalità. Io non sono cinese!!!

Oh povero Ventolina… Un bacio!

diamo i numeri – 246

E quando me le fanno girare, girano.

E’ un mese che aspetto uno stupidissimo file excel per gestire le spese comuni della coppia morosoio.

Stasera il moroso si mette a fare proclami sul fatto che terrà i conti separati, che vuole le date delle spese, che lui fa le cose ordinate.

Ora, non abbiamo la data di nessuna delle spese che abbiamo fatto. Io ho scritto tutte le mie uscite sul retro di uno scontrino. Mister Precisetti non ha nemmeno il foglietto stropicciato di resoconto.

Ora, ci scanneremo per decidere a testa e croce chi pagherà l’affitto, la bolletta dell’elettricità e la connessione adsl.

Ora, io vado a letto e il moroso si metterà a inventare date, uscite, spese etc etc. perché, fatte così, le cose sono più ordinate… Rivoglio la mia calcolatrice, una penna e un foglio spiegazzato. Un bacio!

umori primaverili – 245

Sto lentamente uscendo dal torpore invernale e comincio ad avere dei guizzi inaspettati di vitalità. La vita in lab mi annoia a morte perché in questi giorni, conto solo cellule. Gli esperimenti sono un continuo fallimento. La sola novità è che in mezzo al disastro diffuso, riesco finalmente a vedere una trama razionale. E non c’è niente di peggio per uno scienziato che annusare del raziocinio nel comportamento insensato del mondo biologico perché da quel momento in poi, farà di tutto per confermare la sua teoria. Così, mi aspettano mesi intensi di esperimenti in tutto e per tutto fallimentari come questi, ma volti a dimostrare la mia nuova ipotesi. Chi vivrà, vedrà.

Fra poco uscirò dall’ufficio e mi dirigerò verso la festa di selezione dei nuovi PhD… qualche mese fa (argh, sono già passati 17 mesi!) ero anche io da quella parte della barricata. E adesso, devo andare là a consolare, incoraggiare e spronare poveri ragazzetti che vorrebbero emularmi e sacrificarsi sull’altare della scienza. Tzè, io gli dico di scappare a gambe levate, altro che!

Le salamandre continuano a depositare uova peggio del coniglietto pasquale. Ho trovato il cadavere dell’ottava salamandra che era evidentemente riuscita a scappare dall’acquario. Ho scoperto che poco lontano da qui, c’è stata un’invasione di cicogne.

Di sei donne in età fertile del mio gruppo, tre sono in dolce attesa. Se continua così, fra sei mesi in lab ci saremo solo io e gli uomini… Un bacio!

deduzioni (il)logiche – 244

Stasera il moroso ha tentato di sfondarsi una mano nel tentativo di pulire il radicchio, usando un super affilatissimo coltello a mezz’aria. Alla domanda ingenua perché non usi il tagliere?, lui ha altrettanto ingenuamente risposto perché l’ho appena lavato e non voglio sporcarlo subito. Motivazione più che valida per aprirsi il palmo della mano come cristoincroce, indubbiamente.

La logica ferrea di questo discorso mi riporta alla mente la pulcetta che alla fantastica età di 5 anni ha tentato di strozzarsi con un boccone di pane e prosciutto perché mi ero appena lavato i denti e non volevo sporcarmeli di nuovo. Motivazione più che valida per inghiottire il suo micro panino senza masticarlo, ovvio.

Facendo dell’analisi razionale, mi ritrovo di fronte a due possibili conclusioni: 1. la pulcetta all’età di 5 anni aveva l’età cerebrale di un 29enne; 2. il moroso 29enne è rimasto bloccato alla veneranda età cerebrale di 5, o al massimo 6, anni.

Ora, volto la testa verso il moroso e lo osservo… gioca con il chewing gum tirandolo fuori dalla bocca e facendolo roteare a mezz’aria, sbava sul suo apple continuando a farneticare che si comprerà una mustang o una camaro non appena le importeranno in Europa e non appena avrò i soldi, ovvio…. Lo guardo e non ho più dubbi: no, il moroso non è rimasto all’età cerebrale di 6 anni.. lo collocherei indubbiamente attorno ai 4…. Un bacio!

love is in the air – 243

San Valentino è passato e non me ne sono nemmeno accorta. Non me ne sono accorta finchè sono rimasta qui, circondata da donne disilluse non festeggiamo, è un giorno come un altro, il mio compagno lavora fino a tardi e cenerò da sola. Mi sono sentita indipendente, emancipata, anticonformista, solida, essenziale.

Le mie certezze sono vacillate sotto il peso di inaspettati colpi di scena. A cominciare da papà, che ha regalato un ferro da stiro nuovo alla mamma. Per continuare con la pulcetta, che ha ricevuto bigliettino d’amore e peluche come da migliore tradizione romantica, da una poverina che è brutta e antipatica. Per finire con la nonna, che ha trovato una fetta di torta da parte del nonno e nonostante il suo diabete.

In tutto questo, in questa primavera di cuori e amore, circondata da primule selvatiche che fanno capolino sui prati, cullata da giornate di sole che durano fino a tardi, con un moroso insensibile alle feste romantiche comandate, perfino le salamandre hanno cominciato a deporre le uova… Un bacio!

parlare nel sonno – 242

Ieri stavo per prendere sonno, quando il moroso si è catapultato vicino al mio orecchio e, esaltato come solo lui può essere di fronte a una nuova idea, se ne è uscito con un da marzo andiamo in palestra, ok?

Io, più che altro per togliermelo di torno e dormire, gli ho risposto la prima cosa che mi è passata per la testa sì, ma io faccio solo cyclette.

Non l’avessi mai fatto! A quel punto si è lanciato nella descrizione di tutti gli attrezzi che potrei provare, di tutti gli esercizi che farà lui. Che poi, io non lo voglio più muscoloso di così: già ha due braccia da king kong, figuriamoci se si mette a far palestra…

A quel punto, ho messo in pratica la tattica del dormo, mi dispiace, non rispondo più. Il moroso ha continuato per un po’ a parlarmi e io a non rispondere. Sarebbe stato bello se stamattina si fosse svegliato immemore dei suoi pindarici progetti ginnici. Invece, no. Da oggi, è cominciata la caccia alla palestra. A questo punto, non mi resta che sperare che i prezzi proibitivi delle palestre, lo facciano desistere. Altrimenti, vedo interminabili sedute alla cyclette all’orizzonte… me tapina… Un bacio!

segreti di famiglia – 241

Il peso del mio lavoro di ricerca mi sta lentamente travolgendo. Non è tanto la fatica fisica: piuttosto, la stanchezza mentale. Progettare esperimenti mesi e mesi prima; mettere d’accordo tutte le parti in causa (non ultimi, i miei topetti, che sono stati ben poco collaborativi nei mesi passati); fare l’esperimento; analizzare i risultati.

In pratica, passare gli ultimi due weekend a fare foto a cellule, mentre ‘ste disgraziate tirano le cuoia. E in questi giorni, contare, contare, contare. E la sera, chiudere gli occhi e vedere ancora i pozzetti con le cellule, che ne ho visti così tanti che mi si sono impressi nella retina peggio del laser.

Sarà per questa mia naturale reticenza a pontificare il mio lavoro, e anzi per la spontanea naturalezza con cui continuo a sputarci bile contro, che i miei nutrono il profondo terrore che possa decidere di mollare tutto e scappare a casa. E così, per ovviare al pericolo di riavermi fra i piedi (e in fondo, perché loro hanno ancora fiducia nella scienza e nelle mie fantasmagoriche capacità), hanno scelto la strada del silenzio.

La pulcetta, invece, è dalla mia parte. Vuoi perché io sono sempre dalla sua parte (uno scambio di favori, diciamo). Vuoi perché effettivamente, se fossi a casa con lui, gli farei tre quarti dei compiti. E così, mi ha raccontato che ho ricevuto numerose telefonate per fare supplenze in giro per il Polesine. Senza che nessuno avesse la buona decenza di dirmelo.

Ora, posso capire che per una serie di motivi i miei abbiano deciso di non dirmi come stanno le cose (anche se mi girano comunque). Capisco che la pulcetta remi teoricamente contro non fare la prof: poi non ti rispettano. Ma quello che proprio mi ha lasciata basita è stata la telefonata segreta tra mia mamma e il moroso. Sì, perché il traditore infingardo è stato contattato da mia mamma, in preda a crisi di coscienza. E lui ha sentenziato meglio non dirle niente.

Io non ho parole. Questa congiura mi ha preso talmente alle spalle che non riesco nemmeno ad arrabbiarmi. No comment… Un bacio!

un becker rotto – 240

Il moroso ha una venerazione per la tecnologia. Senza diavolerie elettroniche si sente perduto. Sabato mi ha portato da Fnac in centro a Losanna per fare un giretto di spese compulsive.

Ha finto di interessarsi alle mie esigenze, accettando di comprare un CD di musica che piace a me. Per non essere da meno, si è preso un CD pure lui.

Poi…. poi si è catapultato nell’area navigatori satellitari e ha cominciato ad elencarmi pregi e difetti dei modelli in esposizione. Mi ha convinto che il Becker è il migliore di tutti. Ho scoperto che sono innumerevoli sere che, mentre io sleggiucchio qua e là nel web, scrivo post, vado a dormire, lui si informa su tutti i siti del mondo per trovare il navigatore che meglio gli si addica.

Alla fine, ne ha comprato uno in offerta e siamo tornati a casa felici (lui almeno).

Tutto magnifico, se non fosse per la voce di donna che dice rotatooooria come una giovane russa di Mosca. Tutto magnifico se non fosse che quel becker tarocco non vuol capire che il modo più pratico per raggiungere casa nostra non è buttarsi giù dal cavalcavia, ma scendere dal ponte e prendere la traversa a destra. Credo che il nostro satellite abbia bisogno di un paio di occhiali… O in alternativa, noi di un paracadute… Un bacio!

il giorno e la notte – 239

C’è una sola cosa su cui tutti concordano: nel fatto che non potremmo essere più diverse.

Hanno cominciato i nostri genitori contrapponendoci silvia (che sa di bosco, scuro, intricato) e chiara. Sorvolando sul fatto che il suo nome è un po’ più complicato di così. Ci si è messa la genetica, dandoci evidentemente alleli diversi dei nostri genitori. Io sono sempre stata rosea, biondina, paffutella. Lei scura, anemica e con gli occhiali. Io un’enorme testa tonda; lei una testina piccola piccola.

La dimensione peso ci ha sempre contraddistinto: almeno 10 kg di differenza l’una dall’altra. Io sempre quella che la bilancia la faceva saltare in aria (tranne nella mia fase semianoressica, quando lei per ripicca ha messo su ciccia e cellulite…).

Il carattere? Io docile, sempre dipendente dal giudizio degli altri. Lei: indipendente, fino all’insurrezionalismo; autonoma, con una gran voglia di prendere il volo. Io del tipo poche amiche, ma buone. Lei, compagnia, fuori tardi, motorino, una cotta dietro l’altra.

Nella categoria dei ricordi di infanzia, metto la mattinata passata a farle da infermiera con un catino pieno del suo sangue da naso, mentre aspettavo che i miei tornassero a casa da non so più dove. Metto la gioia con cui sono andata a trovarla in ospedale e il silenzio con cui l’ho salutata quando l’ho vista sulla carrozzina. Non sono riuscita a dirle niente. Metto lo scherzetto infame che mi ha fatto, convincendomi che stava per morire e che la dovevo, almeno per una volta, portare in groppa a cavallino. E io a trasportarla piangendo come una fontana. Metto la volta in cui si è caricata il cane avvelenato da topicida sul cestino della bici ed è andata dal veterinario a piangere e dire che non aveva soldi, ma La prego, mi salvi il cane.

Tre anni di differenza e un abisso tra di noi. E tutte le scelte che ho fatto perché non voglio fare come mia sorella. Scelte di cui, poi, mi sono pentita. Dal non avere fatto lo Scientifico al non avere fatto medicina. Per lo stesso motivo e con la stessa convinzione di allora (con la speranza di non pentirmene poi!) non sposerò mai un ingegnere (omaggi alla categoria e al cognato, ovviamente!)

Ci siamo sempre parlate poco. Così poco che quando si è sposata ho pianto perché adesso che va a stare via di casa, non ci saranno più occasioni di vederla per sbaglio, di incrociarla in corridoio o di intravederla la mattina prendere le sue cose nell’armadio e quindi.. non la vedrò più.

E’ il suo carattere. Cocciuto e determinato. Ribelle e selvatico. Ma al tempo stesso, con un sapore dolce quando meno te lo aspetti. Quel medico che parla di bimbi microscopici con cipiglio professionale e cinismo realistico. Che poi scoppia a piangere chissà come e chissà perché.

E’ mia sorella. Siamo un po’ come il Nord e il Sud. Ho imparato con il tempo che questo è il bello. Il bello è anche che lei oggi compie trentanni; io, invece, mi crogiolo ancora nei miei ventisei anni e poco più..
Buon compleanno, sisterella! Un bacio!

velo nero – 238

E’ successo l’irreparabile.
Entrati in casa stasera, la puzza si è aggrappata alle nostre narici.
Il moroso, sempre pragmatico, ha suggerito di allontanarla con un bacchettino di incenso: ti dico che è puzza da chiuso.
Io, sciagurata, ridacchio un po’ con un a me pare puzza da cadavere.
Dopo giorni e giorni che cerco di convincere il moroso a dare da mangiare alle salamandre, stasera si avvicina all’acquario con le larve. Io mi tuffo col cuscino davanti alla vaschetta perché quelle bestie sono così stupide che guardarle mangiare è come una sit-com. Si mangiano tra di loro: ora la coda, ora le zampe; a volte addirittura la testa.
Mentre lottano per la larva, io comincio il mantra… uno… due.. tre… quattro… cinque…. sei.…. ….. …… ….. moroso, come mai ce ne sono solo SEI?
…..

…..
…..
Suonano le sirene del giudizio: parte la caccia all’ennesima salamandra fuggitiva. Mentre ispeziono tutti i mobili, i pertugi, gli anfratti, prendo dolorosa consapevolezza delle tonnellate di polvere che stanno cospirando per la conquista dell’appartamento. Riflettendo sull’eventualità di chiamare il servizio derattizzazione, una voce mi raggiunge dalla cucina.

E’ qui.
Oh, è morta?

Boh… credo di sì…..

E detto questo il moroso solleva dal pavimento una salamandra rinsecchita peggio di un fico secco… Ora il punto è questo: se davvero all’inizio erano 8, ora 6 si trovano nell’acquario, la settima è caduta incartapecorita durante il periglioso viaggio esplorativo dell’appartamento…. devo forse chiamare un esorcista per allontanare le anime di tutti i morti che si stanno accumulando nell’appartamento??? Un bacio!