segreti di famiglia – 241
Il peso del mio lavoro di ricerca mi sta lentamente travolgendo. Non è tanto la fatica fisica: piuttosto, la stanchezza mentale. Progettare esperimenti mesi e mesi prima; mettere d’accordo tutte le parti in causa (non ultimi, i miei topetti, che sono stati ben poco collaborativi nei mesi passati); fare l’esperimento; analizzare i risultati.
In pratica, passare gli ultimi due weekend a fare foto a cellule, mentre ‘ste disgraziate tirano le cuoia. E in questi giorni, contare, contare, contare. E la sera, chiudere gli occhi e vedere ancora i pozzetti con le cellule, che ne ho visti così tanti che mi si sono impressi nella retina peggio del laser.
Sarà per questa mia naturale reticenza a pontificare il mio lavoro, e anzi per la spontanea naturalezza con cui continuo a sputarci bile contro, che i miei nutrono il profondo terrore che possa decidere di mollare tutto e scappare a casa. E così, per ovviare al pericolo di riavermi fra i piedi (e in fondo, perché loro hanno ancora fiducia nella scienza e nelle mie fantasmagoriche capacità), hanno scelto la strada del silenzio.
La pulcetta, invece, è dalla mia parte. Vuoi perché io sono sempre dalla sua parte (uno scambio di favori, diciamo). Vuoi perché effettivamente, se fossi a casa con lui, gli farei tre quarti dei compiti. E così, mi ha raccontato che ho ricevuto numerose telefonate per fare supplenze in giro per il Polesine. Senza che nessuno avesse la buona decenza di dirmelo.
Ora, posso capire che per una serie di motivi i miei abbiano deciso di non dirmi come stanno le cose (anche se mi girano comunque). Capisco che la pulcetta remi teoricamente contro non fare la prof: poi non ti rispettano. Ma quello che proprio mi ha lasciata basita è stata la telefonata segreta tra mia mamma e il moroso. Sì, perché il traditore infingardo è stato contattato da mia mamma, in preda a crisi di coscienza. E lui ha sentenziato meglio non dirle niente.
Io non ho parole. Questa congiura mi ha preso talmente alle spalle che non riesco nemmeno ad arrabbiarmi. No comment… Un bacio!