sale in zucca – 273
Non vedo quasi mai i miei vicini di casa. Nessuno è mai venuto a suonare alla mia porta di casa, fatta eccezione per i ragazzetti che portano la pizza e un manipolo di giovinette passate per sbaglio la sera di Halloween.
L’altra sera, il campanello ha suonato. Il moroso, coraggio impavido, è scappato in cucina a lavare i piatti. E mi ha lasciato di fronte alla porta.
1. Alla faccia dello spioncino, io spalanco la porta senza guardare fuori. 2. Mi trovo davanti una ragazza (ragazzina?) dall’età imprecisata abito qui sotto e vorrei chiederle se potrebbe prestarmi del sale. 3. Mi sciolgo: è la prima volta che mi capita che una vicina mi chieda qualcosa. Sono febbrilmente eccitata. 4. Corro in cucina, lasciando la porta spalancata. La ragazzina così può ammirare il delirio del soggiorno, individuare la mia borsa, il computer, tutti i beni della famiglia. Fortunatamente siamo in Svizzera e non ne approfitta. 4. Scanso il moroso davanti alla dispensa. Gli chiedo il sale. Prendo la scatola (l’unica) di sale. Mi lamento che è impaccato e poco presentabile. Il moroso borbotta non ne abbiamo altro. 5. Arrivo alla porta e consegno il sale. La ragazzina mi chiede lo rivuole indietro per caso? 6. Io, troppo emozionata per essere conscienziosa, rifiuto con forza sei matta? tienilo pure! La ragazzina sorride felice e se ne torna da dove è venuta. Forse il piano di sotto, ma io davvero non l’ho mai vista prima d’ora. 7. Io, sollevata dall’aver compiuto una buona azione, torno fischiettando in cucina dal moroso. Che mi vede tornare senza sale. Non le avrai mica lasciato tutta la scatola, vero? Sai che non ne abbiamo più, vero? Io scuoto la testa, perché il moroso mi sta diventando tirchio. Poi scuoto anche il contenitore del sale per vederne il livello.
Ecco, fu così che mercoledì sera alle 23.30 mi aggiravo per il negozietto della stazione con un pacchettino da mezzo chilo di sale iodato… Per decenza non trascrivo i commenti del moroso…. Un bacio!