Archive for September, 2008

activia… – 320

Ci sono muscoli che sono autonomi. Che, teoricamente, noi non possiamo controllare. Parlo del cuore, parlo dell’intestino. Io sono dotata di un sistema di controllo di me stessa che sfugge alle normali regole di fisiologia.

Io, sul lettino del medico, iperventilo, divento tachicardica. Alle volte, pure, aritmica… Io controllo il mio intestino in modo rigoroso. Così rigoroso che il mio intestino non funziona, se non quando sono a casa. Evidentemente, lo cementifico così rigorosamente che ci vuole un po’ per rimetterlo in moto. Mi devo sentire comodamente a casa, senza stress, senza appuntamenti, con tutto il tempo del mondo a disposizione. Chiaramente tutto questo è incompatibile con la settimana lavorativa. 

Con mio grande raccapriccio, ho scoperto che, in realtà, il mio intestino si risveglia dal suo pudore agorafobico anche nel corso della settimana. Peccato che si risvegli all’una e mezza di notte…

 

l’ultimo acquisto – 321

E’ da giorni, per non dire mesi, che sento un vuoto. Un vuoto incolmabile, incommensurabile, freddo, deserto.

Ho il desiderio irrefrenabile di un cucciolo. Un cucciolo da accarezzare, morbido, docile, e possibilmente caldo.

Sabato l’ho trovato. E’ grigio. Ha gli occhi piccoli e neri. Ha le orecchie un po’ grandi. Le zampette sono buffe e perennemente rilassate, così che basta farlo accomodare sul divano, perché vi si accasci in tutto relax. Ha un nasetto importante, che gli nasconde quasi la boccuccia, piccola e ben disegnata. Ha un pancino tondo e sodo, per lo più riempito di semini.

Ma soprattutto, basta metterlo in microonde per due minuti perché diventi incredibilmente, adorabilmente caldo.

Il cucciolo che mi ha regalato il moroso è un elefantino con la pancia ripiena di noccioli di ciliegia riscaldabili. Ora la mia vita ha finalmente un senso.

campagna elettorale – 319

L’americana del lab: Avete sentito? sono usciti i risultati del sondaggio… Obama ha recuperato 9 punti su McCain.
La koreana: Ah, sì? hanno fatto un sondaggio?
L’americana: Sì, sì. Oh, sono così sollevata. Con la messa in campo di quell’arrivista approfittatrice di Poulet*, McCain aveva guadagnato un sacco di voti di donne. 
La koreana: Poulet? Intendi, per caso, Palin… Sarah Palin?
L’americana: Ma sì, ma sì. Poulet.. Palin… fa lo stesso.. e poi, poulet le si addice di più!

Nel nome, una storia… 

* dal francese, poulet = pollo, gallina

 

 

elettricità statica – 318

Messaggio appeso nella bacheca del condominio il giorno 18 Settembre: Il nostro elettricista di fiducia passerà a partire da domani 19 settembre per revisionare l’impianto elettrico dei Vostri appartamenti. Siete pregati di farvi trovare in casa o nel caso non siate reperibili, vogliate lasciare la chiave di casa all’amministratore del condominio. In alternativa, telefonate alla nostra sede per fissare un appuntamento.

Cosa facciamo (1- la decisione della sera)?: Moroso, domani mattina ci svegliamo con calma, facciamo tutto molto lentamente e vedrai che entro le 9 l’elettricista sarà nei paraggi. Lo vediamo, gli chiediamo, lo facciamo entrare e il gioco è fatto. Per non fare la figura dei profughi, metto in ordine e stiro.

Cosa facciamo (2- la decisione della mattina, ore 9)?: Moroso, l’elettricista non si vede. Non è arrivato, non è nei paraggi. Diamo le chiavi all’amministratore del condominio. Andiamo, su.

Cosa facciamo (3- la decisione della mattina, ore 9.15)?: Moroso, la concierge non c’è. Non è che posso buttarle giù la porta di casa a spallate. Andiamo in ufficio, recuperiamo il numero di telefono e fissiamo l’appuntamento. Correremo a casa per aprirgli la porta, se necessario.

Cosa facciamo (4- la decisione del giorno, ore 12)?: Moroso, ci siamo già presi la multa stamattina, perché siamo usciti di casa a disco orario già scaduto aspettando infruttuosamente un elettricista che non si è visto. Ora, abbiamo chiamato la segretaria e lei ha detto che l’elettricista ci chiamerà per fissare l’appuntamento. Senti: ora noi siamo in pace con noi stessi. Noi aspettiamo la telefonata.

Epilogo (1- finale previsto alle ore 21 del 19 Settembre): Moroso, quello non chiama più. Meglio. Vorrà dire che possiamo incasinare di nuovo il soggiorno.

Epilogo (2- finale previsto alle ore 10 di ieri mattina): Moroso, l’elettricista incredibilmente ha chiamato e verrà domani mattina alle 8. Puntiamo la sveglia alle 7.30, mettiamo in ordine, facciamo colazione e lo aspettiamo. Ho chiesto se ha idea di quanto tempo sarà necessario per il lavoro e lui ha detto che potrebbe variare da mezz’ora a due ore. Al massimo tu vai in lab e io sto a casa con lui.

Epilogo (3- stamattina alle 8.30, sulla porta di casa): Moroso… ecco… l’elettricista ha suonato, ho aperto la porta, ho sorriso e salutato. Lui… lui ha salutato, ha guardato un foglio e ha detto: " signora, ho controllato nel mio foglio e non c’è nulla da fare nel suo appartamento. Quindi, buona giornata e buon lavoro".

Morale (1): mai credere agli annunci terroristici che avvisano che l’elettricista passerà il giorno successivo.

Morale (2): il vigile alle 9.15 passerà sotto casa tua, controllerà il disco orario, lo troverà scaduto da 15 minuti e ti darà la multa, anche se tu sei in casa ad aspettare un elettricista.

Morale (3): l’elettricista… l’elettricista non viene per guardare le prese dell’appartamento. Viene per augurarti la buona giornata.

Commento (1): ‘fanculo….



cuore di mamma – 317

Domenica pomeriggio, in procinto di partire per Losanna.

Mamma: Ma non puoi andare via con l’abito. Mettiti sopra qualcosa.
Chiara: Sì, ho il golfino.
Mamma: Ma hai le gambe troppo bianche. Mettiti le calze.
Chiara: No, non le voglio.
Mamma: E se ti mettessi un paio di pantaloni? Guarda, prendi questi (e così dicendo, li mette sul letto)
Chiara: No, ti ho detto che metterò l’abito.
Mamma: Ma guarda che hai anche questa maglia a maniche lunghe (e così dicendo la mette sul letto).
Chiara: No. Mi metto l’abito.
Mamma: Ma fa freddo. Guarda: hai anche questo maglioncino… (e così dicendo lo mette sul letto).
Chiara: Ho detto che metto l’abito, senza calze e con il golfino.
Mamma: Non avrai intenzione di andare via con le ciabattine, vero? Guarda qui… c’ è questo bellissimo paio di ballerine (e così dicendo le mette ai piedi del letto).
Chiara: Mamma. Ho già deciso. Metto l’abito, il golfino, le ciabatte. Non voglio pantaloni, magliette & co. Ho l’armadio pieno a Losanna di cose pesanti. E voglio viaggiare leggera.
Mamma: che testonache testona cocciuta! Prendili per favore!

Io, testona cocciuta, ho lasciato tutto a casa.
Certo che se la mamma mi avesse ricordato di portarmi su la giacca a vento sarebbe stato più utile. Che qui la mattina ci sono 7 °C e io NON HO NEANCHE UN GIUBBOTTO!!! Povera me…

brainstorming – 316

Moroso: Oggi stavo parlando con Yvan e mi ha detto che anche loro mangiano i "denti di leone".
Morosa: Cosa sono, di grazia, i denti di leone?
Moroso: Ma sì… quei fiorellini spontanei, gialli… in dialetto si chiamano pissacani…
Morosa: … mai sentiti nominare. Io non li conosco.
Moroso: Impossibile. Ma dài. Sono quelli che fanno i soffioni.
Morosa: ah, quei fiori lì? Da me non si chiamano denti di leone. Tantomeno pissacani. Mmmm…. mannaggia, mi sfugge il nome… aspetta…. ufff…. non me lo ricordo... qual è? qual è?…
Moroso: Tarassaco?
Morosa: Sì, ecco. Quello è il nome in italiano. Ma in dialetto… ufff… ma come si dice… è qualcosa che ha a che fare con il giallo…. e sì… con il sole! Ti dice niente? Non mi puoi aiutare?
Moroso: No.

…. ….

Dopo qualche ora.
Morosa: Brusaoci. Ecco. Moroso, si chiamano brusaoci. Brusaoci… Brusaoci… Brusaoci! Mai sentito?
Moroso: Per fortuna che il nome doveva avere a che fare con il giallo e il sole….
Morosa: Certo. Brusaoci… cioè, brucia gli occhi… cioè, sole… che è giallo… giallo come i fiori gialli spontanei dei prati… Moroso, sei proprio scarso quanto ad associazioni di idee, eh?

Per contro, io ho una fantasia molto, m o l t o fervida… Un bacio!

cicogne infestanti – 315

Da qualche mese ormai penso che la gravidanza sia diventata una condizione altamente contagiosa, di quell’infettività molesta che generalmente è attribuita all’influenza o a qualche virus particolarmente aggressivo.

Nel mio laboratorio festeggiano la nascita di una bimba Emilie, Marine e Joan. Elke, invece, s’è dovuta accontentare di un bel maschietto.

Nel laboratorio di quelli di fianco Kannu e Manfred si rallegrano alla presenza dei loro primogeniti. Renuga, giusto per non farsi mancare nulla, nel giro di un mese o poco più, sfornerà due bei gemellini. Alla faccia della par condicio.

Facendo due conti, saranno 8 (dico OTTO) bambini nel giro di un anno.

Pensavo, ingenuamente, che l’epidemia stesse regredendo. Che ci fossimo finalmente liberati da questo impulsivo slancio riproduttivo. Che la cicogna avesse preso a volare da qualche altra parte.

Sbagliavo.

La mia amica italiana del piano di sopra è incinta.

Qua occorre un esorcismo.



let’s play Swiss games – 314

Oggi si gioca.

Prendete una povera ragazza straniera e mettetela a fare micro-filmatini al microscopio a dei vermi. (Sì, avete letto bene. Vermi. Al loro confronto, i miei topi sono incredibilmente più fascinosi). Ecco. Se volete che il gioco risulti più lungo (e quindi per aumentare il divertimento), fate in modo che la ragazza sia incline alla pazienza, sopporti stoicamente le avversità e non parli francese: un’indiana sarebbe perfetta. Quindi, provvedete a che la registrazione del film sia gravemente compromessa qualora il tavolo su cui poggia il microscopio traballi. Per fare questo è sufficiente che il tavolo sia in prossimità di una porta con una chiusura automatica particolarmente violenta. Per aumentare l’effetto scenico, fate sì che la realizzazione dei suddetti micro-filmati preveda un set-up particolarmente ostico e laborioso (diciamo, tra i 15-25 minuti di lavoro). Vi occorrono, infine, un cestino e, naturalmente, un po’ di Svizzeri.

Il gioco si svolge all’incirca così. La ragazza indiana comincia a fare i film nella stanza del microscopio. Si accorge che ogni volta che qualcuno entra/esce e la porta sbatte chiudendosi, il film è da rifare perché salta. Si procede dunque a frapporre un cestino tra la porta e lo stipite, per lasciarla definitivamente un po’ aperta. Notate che non è necessario che la porta sporga nel corridoio e ostacoli il passaggio. Basta solo che non sia completamente chiusa. Questo è più che sufficiente per scatenare la reazione. Lo svizzero medio di passaggio, vedendo una porta solitamente chiusa, tenuta in scacco da un cestino malefico allontanerà il cestino con un piede e lascerà il ritorno automatico della porta fare il resto. Tutto questo si ripeterà n volte, dove n sta per il numero di svizzeri di passaggio.

Il divertimento è assicurato. Vedrete la povera ragazza indiana fiondarsi verso la porta cercando di impedirle di sbattere. La vedrete ricominciare tutto da capo, ogni sacrosanta volta. La vedrete mettere la testa in corridoio per cercare il colpevole e poi tornare scorata al suo posto, coi vermetti. Se siete fortunati come me, il gioco si ripeterà una decina di volte, nel corso di due orette di microscopio. Il climax nel mio caso è stato raggiunto quando lei è sbottata what the fuckin’ hell is wrong with them?, se ne è andata dal microscopio ed è tornata solo dopo le 17, ora alla quale gli svizzeri abbandonano generalmente il campo da gioco e rientrano a casa.

Chiaramente per realizzare il gioco sono indispensabili degli svizzeri per i quali è assolutamente irresistibile il richiamo a chiudere una porta, anche nel caso in cui da aperta, essa non causi alcun disturbo. Aggiungerei che anche la scelta della vittima della compulsività svizzera è critica. Se, per esempio, doveste scegliere me, il gioco si interromperebbe molto prima. Come minimo li prenderei per il collo e resterebbe ben poco di loro… Buon divertimento!

chiodo scaccia chiodo – 313

Il cuore del moroso è grande. Il moroso ha tanto amore da riversare nel mondo.

La morte di Mister Gamberino, il gambero più schifoso del mondo, ha creato un sovraccarico di amore inespresso. Per questo, per risolvere questa tensione amorosa, il moroso sabato ha dovuto comprare qualcosa di nuovo. Non è bastato il micro bonsai dalle foglie lucide che ho comprato io. Non è bastata neppure la pianta grassa sassolosa che ha comprato lui. Non bastano le salamandre, grandi e piccole. Il bonsai che già abbiamo, circondato da timidi fiorellini di girasole e da una pianta infestante che gli è nata accanto e che non si è sentito, in coscienza, di sradicare.

No.

Il suo amore ha bisogno di qualcosaltro. Il suo amore trova pace solo in sua presenza. Il suo amore è pienamente realizzato solo al suo fianco.
Ecco.
Prima ero perseguitata dalle chele aguzze del gambero assassino. Ora sono perseguitata dai denti a sciabola di questa perfida pianta carnivora.
ps. il fatto che lui ami cose così, getta forse discredito sulla mia deliziosa personcina? no, vero?

calendario confuso – 312

E’ appena passata la mezzanotte.

Moroso, buon 6 settembre!
… … No, guarda che ti sbagli era il 9 settembre!
Cosa è successo secondo te il 9 settembre?
… … ah, no. Niente niente. Mi sono sbagliato.
Cosa è successo il 9 settembre?
Niente. Mi sono confuso. Dài, lascia perdere. Piuttosto… per favore… mi ricordi cosa è successo il 6 settembre?
Niente… Era solo un modo alternativo di augurarti il nuovo giorno.. chiaramente, ci sei cascato come un pero!

1. Mea culpa. Io sono perfidella e approfitto della scarsa memoria del moroso per metterlo in confusione. 2. Se con me il 9 settembre, il moroso non ha nulla da festeggiare…. non è che deve festeggiare qualcosa con qualcunaltra? Un bacio!