viaggio di ritorno – 347
Sono tornata a casa. Ho trovato l’albero di Natale, un abbozzo di presepe e tanti addobbi in casa. E così, all’improvviso, mi sono accorta che Natale è alle porte.
Il moroso è convalescente dopo che gli hanno asportato una fistola dal didietro.
Le gattine sono a casa mia e passano il loro tempo a scappare da chiunque, perché non hanno apprezzato il viaggio di 6 ore fino alla Pianura Padana. E’ il loro modo di farmelo sapere, nel caso non me ne fossi accorta durante il viaggio.
I miei sono in perfetta salute, ma mi rendo conto di aver completamente perduto la mia indole da figlia, sostituita irrimediabilmente dalla stronzetta impertinente e indipendente. Almeno sulla carta.
Sono a casa e quasi mi manca la mia vita a Losanna. Mi sento un po’ carne e un po’ pesce, o forse nessuna delle due. Sono qui; il mio cuore (… che romanticismo) è a Padova, schiantato sulle chiappe malate e al vento del moroso; la mia vita, le mie cose, i miei impegni sono Oltralpe, sepolti sotto centimetri di neve. Sono qui e non sono da nessuna parte. Oggi, per sopire il senso di inutilità, ho passato il pomeriggio a studiare scienze con mio fratello. E in certi momenti, penso con tenerezza ai miei topetti malefici.
La vedo lunga fino al 3 Gennaio. Vi prego: ricordatemi cosa vuol dire essere in vacanza… Sembro averlo dimenticato. Un bacio!