Archive for March, 2009

englisholic – 364

Morosa: Torneremo in Italia per Pasqua, ma avremo un sacco di cose da fare e pochi giorni a disposizione. Credo sia meglio sederci a tavolino, fare delle telefonate, fissare degli appuntamenti e organizzare un “pianetto”…
Moroso:
Morosa: ma sì, dai… un “pianino”….
Moroso: ….  la prossima che dirai sarà “pianofortino” per caso?
Morosa: ecco, bravo. Ridi, prendimi in giro e io intanto mi confondo. Un piano, insomma.
Moroso:
Morosa: O santi numi, aiutami, fa’ qualcosa. Come si dice “planning” in italiano?
Moroso: …. mmm…  non so… “schedule”  ti piace?

 

 

risvegli – 363

La notte cede il passo ad un filo di luce. L’alba fa capolino dalla finestra della camera da letto.
La sveglia non ha ancora suonato.

Capriccio è la prima. Una zampetta piena di artigli mi punzecchia l’ascella. Apro gli occhi e me la trovo in punta di piedi, occhi negli occhi, che mi scruta severa. Sveglia, sveglia, padrona degenere. Io ho voglia di giocare e in questa casa c’è troppo silenzio.

Pasticcio a quel punto si attiva. Zompetta pesante e sgraziata sulla mia schiena. Baffi. Baffi pelosi sulla mia faccia. Li gratto via e lei salta sulla mia faccia. Mano che si muove = è l’ora di cominciare la giornata. Quale modo migliore di farlo se non assalendo la mano della mia padrona?

Io faccio di tutto per restare immobile, per dormire, per continuare il mio sogno. Loro sono lì, pronte a cogliere un respiro diverso, un movimento, un pensiero. Si trattengono a stento. L’incantesimo si rompe, l’energia si scatena dirompente. Nel momento in cui la sveglia suona, Capriccio perde il controllo di sè. SI incazza di brutto. Mi salta sulla faccia, mi vuole strappare il cellulare dalla mano, comincia a graffiarmi ovunque. Pasticcio, la diplomatica, comincia a fare le fusa, si struscia con quella pelliccia pruriginosa sulla mia faccia, sul collo, sulla bocca.

Moroso, perché le gattine vengono sempre da me la mattina e mi impediscono di dormire? Possibile che tu riesca a stare immobile quando quelle due furie imperversano?
Morosa, è facile. Quelle due mi vedono lì, vedono un c a t a f a l c o inamovibile che dorme e lo ignorano. Tu, invece, sei più… ecco… f l e s s u o s a…

Vorrei essere un blocco di cemento.

chi ben comincia… – 362

1. Non trovare parcheggio al lavoro e girare come trottole mendicando per un posto dove mettere la macchina.
2. Andare a farsi fare una seconda iniezione di vaccino anti-morbillo, molto probabilmente inutile, ma necessaria se non si vuole essere banditi dal campus per tre (dico TRE!) settimane.
3. Essere presa di mira dalla cameraman che vuole riprendere la campagna vaccinazioni dell’EPFL e dovunque tu vada, nonostante tu ti nasconda, punta quel dannato obiettivo su di te.
4. Prendersi un’insalata per pranzo, per star leggera e trovarci dentro un insetto. Vivo e con le antenne.
5. Perdersi a fare mille inutili cosette, tra cui re-installare la stampante tre volte per poi accorgersi che quell’articolo che hai finalmente stampato, già lo avevi in cartaceo.
6. Seguire il consiglio del moroso e mettersi a fare la diluizione della proteina ricombinante alle 6 di sera, quando l’ultimo dei tuoi colleghi se ne è andato da almeno un’ora.
7. Finire la diluizione che così domani l’esperimento lo inizi subito e chissà che stavolta venga qualcosa alle 19.30. Trotterellare per tutto il campus per ritrovare la macchina.
8. Arrivare sotto casa e fare due volte il giro dell’isolato alla ricerca di un posto per la macchina. Insultare gli svizzeri che non sanno parcheggiare o, peggio, se ne fregano di parcheggiare decentemente.
9. Parcheggiare dall’altra parte del quartiere.

10. Entrare in casa, salutare le gattine, guardare la mail e leggere unfortunately, i have bad news, the arrays haven’t worked out this time. I’ve broken the last wafer, I can’t make new ones. No experiment tomorrow.

‘fanculo.

segnali da Marte – 361

Dopo tanto silenzio, ricomincio a piccole dosi.

1. Capriccio passa da un calore all’altro. Le viene attualmente vietato l’accesso al bagno (luogo dove il desiderio le si scatena irrefrenabile. Non ci è dato sapere il motivo).
2. Pasticcio, carente delle attenzioni della sorella, non perde occasione di appollairsi sulle mie gambe e fare le fusa. Se non fosse che la mia pazienza ha un limite, resterebbe lì per sempre, piccola ruffiana pelosa.
3. Il moroso è sopravvissuto all’influenza intestinale, che ha egoisticamente tenuta tutta per sè. Io ho così potuto recarmi al lavoro indisturbata… tzè.
4. Il nuovo campus è una meravigliosa cittadella universitaria. Dalla clausura forzata sui monti con la neve siamo scesi al lago, al sole, in mezzo alla civiltà. Tutta questa vicinanza umana ci scalda il cuore: l’epidemia di morbillo che infetta l’aria è solo un effetto collaterale.
5. I nostri colleghi vivono in una malinconica, molesta nostalgia del vecchio laboratorio. A loro manca tanto il non poter vedere le mucche che pascolano fuori dalla finestra. Mi domando se fra qualche anno penseranno con altrettanto affetto alle pecore che pascolano sui prati del campus.

Un bacio e scusate l’assenza.