risvegli – 363
La notte cede il passo ad un filo di luce. L’alba fa capolino dalla finestra della camera da letto.
La sveglia non ha ancora suonato.
Capriccio è la prima. Una zampetta piena di artigli mi punzecchia l’ascella. Apro gli occhi e me la trovo in punta di piedi, occhi negli occhi, che mi scruta severa. Sveglia, sveglia, padrona degenere. Io ho voglia di giocare e in questa casa c’è troppo silenzio.
Pasticcio a quel punto si attiva. Zompetta pesante e sgraziata sulla mia schiena. Baffi. Baffi pelosi sulla mia faccia. Li gratto via e lei salta sulla mia faccia. Mano che si muove = è l’ora di cominciare la giornata. Quale modo migliore di farlo se non assalendo la mano della mia padrona?
Io faccio di tutto per restare immobile, per dormire, per continuare il mio sogno. Loro sono lì, pronte a cogliere un respiro diverso, un movimento, un pensiero. Si trattengono a stento. L’incantesimo si rompe, l’energia si scatena dirompente. Nel momento in cui la sveglia suona, Capriccio perde il controllo di sè. SI incazza di brutto. Mi salta sulla faccia, mi vuole strappare il cellulare dalla mano, comincia a graffiarmi ovunque. Pasticcio, la diplomatica, comincia a fare le fusa, si struscia con quella pelliccia pruriginosa sulla mia faccia, sul collo, sulla bocca.
Moroso, perché le gattine vengono sempre da me la mattina e mi impediscono di dormire? Possibile che tu riesca a stare immobile quando quelle due furie imperversano?
Morosa, è facile. Quelle due mi vedono lì, vedono un c a t a f a l c o inamovibile che dorme e lo ignorano. Tu, invece, sei più… ecco… f l e s s u o s a…
Vorrei essere un blocco di cemento.