Archive for May, 2009

yoga – 369

Stanca di passare le serate a contemplare il moroso che gioca a Dofus o a stirare o a pensare al lavoro; stanca di essere accartocciata su me stessa, con le spalle cascanti e un abbozzo di gobba leopardiana; stanca di stare al telefono a fare i compiti della pulcetta fino ad ore assurde e a tentare di educare le due belve da salotto (Capriccio & Pasticcio)… stanca di tutto questo, esattamente una settimana fa, ho deciso di riprendere la Wii e di dedicarmi anima e corpo alla pratica dello Yoga.

Dopo una settimana, sul taccuino annoto quanto segue:
1. le belve da salotto sono più selvatiche che mai e per la gioia del moroso hanno preso la bella abitudine di bere direttamente dal suo bicchiere;
2. la pulcetta mi telefona per fare i compiti ad orari più umani, ma poi mi tiene lì, appesa alla cornetta, per ore e ore, facendo di tutto per boicottare il mio esercizio fisico arrivando addirittura a ventilare l’ipotesi succulenta di raccontarmi delle sue fantomatiche morose;
3. il mucchio dei vestiti da stirare è deprimentemente alto e non accenna a diminuire. In compenso, si impolvera e le belve ne portano in giro pezzi per la casa;
5. il moroso non salta più sulla sedia quando mi metto a fare la candela. Non mi supplica più di tornare con le gambe per terra; non mi domanda più angosciato se mi sono rotta la schiena; non mi chiede più terrorizzato se il crack che ha sentito l’ho prodotto io o i vicini svizzeri, piantando un chiodo sul muro. Dopo una settimana di Yoga, il moroso gioca pacifico a Dofus e si dimentica di dirmi che l’allenatrice virtuale della Wii non solo ha finito la candela, ma ha anche chiuso la palestra ed è andata a bersi l’aperitivo, mentre io sono ancora là, con le gambe per aria e il fiato corto.
Tutto sommato, un buon inizio, direi.

insane – 368

Una settimana di corso di new venture teams and entrepreneurship ed ecco cosa ho imparato.

Se vuoi essere preso sul serio nel mondo del management, devi, nell’ordine:
1. avere iphone o blackberry;
2. ricevere una telefonata irrinunciabile durante la lezione, così puoi alzarti e uscire per rispondere;
3. in alternativa, controllare la posta e rispondere alle mail o inviare sms, se proprio non hai mail;
4. essere biondo e abbronzato, e possibilmente, uomo;
5. fare lezione senza scarpe, ma coi calzetti;
6. avere/mirare a un fatturato miliardario;
7. lavorare 60 ore la settimana;
8. bere vino di qualità e mangiare pesce;
9. spedire questionari (sì, proprio questionari!) e coi dati del sondaggio creare il tuo modello di imprenditore di successo;
10. interrogarti sul quesito la self-efficacy è più determinante del need for achievement nel definire l’imprenditore e credere davvero che valga la pena trovare una risposta;
11. determinare il dolore provato dal cliente a causa della mancanza del prodotto e quantificare quanto l’imprenditore che lo produce soffre a causa della sofferenza del suo cliente;
12. usare continuamente le parole insane e miserable … e non per definire il tuo lavoro;
13. innamorarti dell’idea (insane!) di una biologa che ipotizza sia possibile predire la capacità di gestire lo stress e quindi la propensione ad essere un buon imprenditore, caratterizzando le modifiche epigenetiche del DNA. Crederci, fare ricerche su internet e proporle una collaborazione per scrivere una grant per condurre uno studio pilota in Svizzera.

Una settimana di corso di new venture teams and entrepreneurship ed ecco cosa ho imparato: non parlare MAI di modifiche epigenetiche del DNA a degli sconosciuti, soprattutto se questi ultimi studiano management.