dilemmi lessicali – 404
Potrei scrivere di tante cose: delle 6 sedute dall’estetista, delle 3 sedute dalla parrucchiera, della pioggia e del sole, della festa, delle emozioni, delle lacrime, della gioia ubriaca.
Potrei scrivere dello stato di stordimento; della sensazione di esserci, ma non esserci del tutto; del tempo che correva troppo veloce per riuscire ad assaporare ogni momento; dell’adrenalina a fiotti; della stoicità "l’abito lo terrò fino all’ultimo".
Potrei scrivere della luna di miele, del freddo polare, delle belve da salotto in agriturismo, dei commiati ancora una volta lacrimevoli.
Potrei scrivere del rientro in Svizzera, del ritorno al lavoro domani, della poca voglia di chiudere la parentesi rosa del matrimonio.
Lo farei, molto volentieri. Lo farei, se solo non fossi in lutto.
Caro moroso, dovunque tu sia, sappi che queste pagine languiranno senza di te. La scrittura sarà incerta e noiosa, ora che tu non ci sei più. Te ne sei andato d’un botto, dopo anni di onorato servizio: sei sparito e quel che è peggio, ti sei portato via pure la morosa. Ci avete lasciati qui, inebetiti e appesantiti da un anellino d’oro all’anulare sinistro. Dallo stato di morosamento inesperto, giovane, spensierato, ci avete spintonato nello stato di coniugi, inesperti, giovani e spensierati. Avete chiuso la porta a doppia mandata e ve ne siete andati. Insensibili come siete non tornate indietro, nonostante Filippo, poveretto, continui a chiamare "morosa qui, morosa lì, morosa guarda su, giù, fai la giravolta, falla un’altra volta": non ha perso la speranza che la morosa sia rimasta da qualche parte, impigliata nei capelli a carciofo per esempio. Io, dal canto mio, sto in silenzio: perplessa, meditabonda, insoddisfatta, disarmata. Come diamine lo chiamerò d’ora in avanti Filippo???
^_^’