Archive for May, 2010

Filippo, 31 anni appena compiuti

L’infido Skype ieri recitava: “Filippo, 31 anni appena compiuti”.
L’essere entrato a pieno titolo nella generazione dei trentenni non ti è piaciuto molto e hai cominciato a sentirti un po’ vecchio. Inutile dirti che a me sembri sempre uguale, che i tuoi capelli biondi e la tua barba rossiccia resistono stoici all’aggressione del bianco, che di rughe non ne hai e che, sì,  la stempiatura si è accentuata un po’ o forse no-hai ragione tu-hai sempre avuto l’attaccatura dei capelli alta.
Ho aspettato con te la mezzanotte per poter essere la prima a farti gli auguri. Da lì in poi, è stato un telefono in fiamme a sottolineare che hai lasciato il segno e tessuto legami che son saldi a distanza di anni.

Dal canto nostro, noi non abbiamo festeggiato. Ti ho fatto prendere la pizza; siamo andati in fretta e furia a comprare le patatine e la nutella per “celebrare” con junk food questo giorno, che la trasgressione ha un sapore diverso quando si diventa vecchi. Niente torta, nè tantomeno candeline.

Ti ho conosciuto che avevi 21 anni e oggi ne hai dieci di più. Il tempo non ti ha fatto male. Ti ha aperto gli occhi, ti ha reso più esperto, ti ha disilluso un po’. Hai imparato a prendere in mano la tua vita e a prendere in mano la mia, quando ce n’è bisogno. Ti sono rimasti occhi limpidi per vedere oltre e mani grandi per fare le cose. Hai spalle grosse per portare pesi inattesi e una barba ispida per tenere lontani i fastidi. Sai girare pagina e ricominciare, ogni volta con fiducia. Odi essere pungolato per fare le cose, ma, in-fondo-in-fondo-in-fondo, sai di avere bisogno di una spinta ogni tanto. Fai la voce grossa perchè dimentichi quanto le urla possano far male, anche a me, che manco ti ascolto quando gridi.

Potrei farti tanti auguri diversi per questi tuoi 31 anni. Tra tutti, ti auguro di riuscire a custodire imperturbato il tuo entusiasmo bambino. Qull’entusiasmo che ti fa gioire per un film vecchio di secoli, per un nuovo obiettivo della macchina fotografica, per una funzione inesplorata del tuo mac, per una bestia orripilante vista in fotografia, per una canzone andata (in)giustamente dimenticata, per una news sul forum di tecnologia, per una bella luna perfetta-da-fotografare… per una coppia di funghetti nata per caso nel vasetto del mio cactus.

Una cosa ti chiedo. Capisco l’entusiasmo… così dolce e carino… romantico…. ma… per favore…  smettila di irrigare la mia pianta grassa. I funghetti crescono indubbiamente bene in ambiente umido, ma, sai com’è… come dirtelo…. UN CACTUS (il mio cactus) NO! 🙂

non-compleanno

Domenica 23 Maggio, ore 20 o giù di lì. Suona il cellulare del maritozzo: un sms.
Lui, accigliato, leva gli occhi dal mac e legge il testo.

– … Mogliettina, ma come… …. è il mio compleanno e tu non mi hai nemmeno fatto gli auguricome hai potuto dimenticartene? …
– Da quand’è che compi gli anni il 23 Maggio?

Ah,  oggi è il 23? Ok, allora… Non c’è problema! Mi hanno mandato gli auguri nel giorno sbagliato! per fortuna…

Secondo voi, considerati i livelli di stordimento che manifesta, con che cosa ha ricominciato a giocare il maritozzo?! 🙂

francesismi

Il collega: ça chauffe la baguette avec Marianne, n’est-ce pas?
Io: … non capisco, mi spiace… cosa vuoi dire?
Il collega: ça chauffe… ça chauffe… ça chauffe!
Io: … non capisco… cos’è che si scalda?
Il collega: mais oui… ça chauffe….
Io: … 🙂 … ça chauffe la baguette!
Il collega: exactement! ça chauffe la baguette! bravò!
Io: no, no! bravò, un cavolo! non ho capito ancora niente…
Il collega: “ça chauffe la baguette” signifie que … que.. comment est-ce que je peux t’expliquer… ça signifie que c’est tendu entre elle et son superviseur!
Io: ahhhhh, tanto ci voleva a dirmi che non va d’accordo col post-doc che la segue? baguette del cavolo!

Venuto a conoscenza della conversazione di cui sopra, il maritozzo ha così commentato: “… ah… … … meglio non ti dica quello che avevo capito io con tutta ‘sta baguette, ‘sto calore e ‘sta tensione… alla faccia del doppio senso…”
🙂


le parole bisticciano

Tutto è cominciato con dela…
omioddio… dela-cosa? maritozzo, aiutami… Come si dice? delatore forse? uff, possibile che tu non abbia mai sentito questa parola? Ma dai… la conoscono tutti… e, adesso, non sono più sicura che si dica così… sono in confusione…aiutami!

Quindi siamo passati a negligiabile.
Parola che apparentemente non esiste, eppure a me suona così familiare…. Impensabile che me la sia inventata… Mamma, prendi il vocabolario di italiano e cerca “negligiabile”… no, non ti preoccupare: sono certa che esista… tu non l’hai mai sentita; nemmeno Maritozzo la conosce, ma c’è: son sicura… come non c’è?… no, non ci posso credere… in francese si dice négligeable; in inglese si dice negligible e in italiano non c’è? non ci credo… non è possibile…

Infine, abbiamo concluso con:
Mogliettina: ma, maritozzo, qui si parla di esperimenti grossi, di gente importante… mica pizza e fica, eh!
Maritozzo: … … 🙂 … … volevi dire pizza e fichi, vero?
Mogliettina: … …
Maritozzo: beh, dài… “pizza e fica” non suona così male… anche se, a dir la verità, ti consiglio di non dirlo in pubblico, ok? … 🙂

Quando sono arrivata a Losanna nel Novembre 2006, credevo che sarei rimasta immune alla sindrome dell’italiano-all’estero-che-non-padroneggia-più-la-sua-lingua-madre… Apparentemente, sono in fase di pieno contagio.

la data di scadenza

E’ ufficiale. Oggi ho chiesto di poter prolungare il mio dottorato fino al 31 Marzo 2011. Questo significa che dal 1 Aprile 2011, io e maritozzo saremo a spasso e dovremo decidere cosa fare delle nostre vite. I consigli abbondano.

Il capo: quando l’articolo sarà pubblicato, potrai andare ovunque vorrai. Non saranno gli altri a scegliere te, ma tu a scegliere loro.
Mamma: vai, vai! Non fermarti. Guarda me, per esempio. Sono così imbranata che cado nel panico anche solo ad andare fino a Padova. Vorrai mica fare la mia fine, no?
Sorella: ma sì… cosa ti lamenti… Non fare la piagnona italiana. Guarda che bella vita che fai. Guarda quanti soldi prendi lì. Guarda come sono rilassati gli svizzeri. Goditi la vita e non voltarti indietro.
Amici: Voi avete tutte le porte aperte. Non avete i problemi di noi-poveri-cristi. Avete stipendi da favola, vivete tranquilli… non avete preoccupazioni…. invece, qui…
Pulcetta: non tornare qui a fare l’insegnante, per carità! Tu saresti troppo severa, troppo esigente, troppo carogna…. E, ti avviso: gli studenti non perdonano. Spenderesti quello stipendio misero in pneumatici nuovi…

Io, nell’indecisione, non decido.