Archive for March 15th, 2012

la nostra casa in campagna

Approfitto del post di maritozzo per un rapido aggiornamento sulla nostra dimora.

Dall'1 Ottobre 2011 abitiamo ufficialmente in un microscopico comune del Gros-De-Vaud. Arrivati in due (e ben presto diventati 3), abbiamo scombussolato drasticamente le percentuali di abitanti stranieri di questo paesino di 370 abitanti, nonchè le statistiche sulle lingue parlate e sulla religione prevalente.
La top-5 dei vantaggi di vivere qui:
– la lavatrice in casa. Finalmente non devo più combattere per usare quella condominiale una volta ogni quindici giorni;
– il fornello e il forno. Con sollievo ho dismesso l'attrezzatura portatile e microscopica che usavo nell'appartamento precedente;
–  il soggiorno e il divano. Ora potremmo stare comodi in divano a guardare la Tv – potremmo se solo il capretto ci desse tregua la sera, ma questo è un altro discorso;
– lo spazio all'aperto e il posto macchina. Guardando fuori di casa, non vediamo più la discarica sotto il ponte, né gli altri condomìni; non dobbiamo litigare per parcheggiare comodi, ma forse dovremo abituarci a litigare con mucche e cavalli;
– la benevolenza della segretaria comunale. Per la nascita del capretto, abbiamo ricevuto dei fiori dalla Municipalità e la segretaria si è battuta per l'estensione del mio permesso di soggiorno senza trattarmi come un'immigrata puzzona e indesiderata.

La top-5 degli svantaggi di vivere qui:
– la vicina di casa è odiosa. Nelle nostre lunghe giornate a casa, io e il capretto stiamo progettando una guerra a suon di pannoloni sporchi per far dispetto a quell'antipatica della Sig.ra Poulet e al suo gatto malefico che terrorizza Pasticcio;
– l'autobus per portarci alla civiltà passa solo due volte al giorno. Se non si ha la macchina e si vuole spostarsi a metà giornata, restano solo i piedi, le gambe e le ruote della carrozzina;
– maritozzo deve ancora imparare a pronunciare bene il nostro nuovo indirizzo. "Sciomier siss milldiss losann" sono state le prime parole che ha imparato a dire in francese riuscendo a farsi capire al primo colpo dagli autoctoni: ora si deve ricominciare da capo;
– la raccolta della carta è porta-a-porta, ma ha luogo solo una volta ogni mese e mezzo;
– le finestre non hanno balconi – scuri – tapparelle – inferriate… Niente di niente, alla faccia della sicurezza e della privacy. In compenso, la serratura della porta d'ingresso è talmente dura da aprire che manca poco e dovrò ingaggiare un ladro per scassinarmela e farmi entrare in casa mia.

Detto questo, se volete unirvi nella lotta contro la sig.ra Poulet, siete invitati a casa nostra: ora abbiamo finalmente spazio per ospitarvi!