Ventolina’s – 212
Sabato sera sono stata invitata a cena da Ventolina. Preciso che Ventolina è maschio, viene da Taiwan ed è PhD come me. Si fa chiamare Julien, per uno scherzo del destino. La sua prof di Inglese taiwanese gli assegnò questo nome quando ancora era piccino e da quel giorno lui si presenta al mondo dei non-taiwanesi con questo nome che sembra più francese che inglese. Io, Miss Bastian Contrario, mi rivolgo silenziosamente a lui con il soprannome di Ventolina (dal suo cognome, Fan appunto) e, apertamente, vis à vis, non lo chiamo proprio.
Sabato sera sono stata a cena da lui. Nè tovaglie nè tovaglioli, questo è chiaro. Piatto unico di riso, carne, verdura, mele e del curry che doveva esserci, ma io non ho sentito (e aggiungo, con un sospiro di sollievo, per fortuna). Poi, zuppa fredda di alghe e un qualche pesce che non saprei descrivere in nessun modo, se non dicendo che sapeva proprio di mare. Il tutto accompagnato da the, caldo e bevuto in quelle micro-tazzine, dalla capienza simile a quella di un cucchiaio, che si vedono alle cerimonie del the in Giappone. Per tutta la sera non ha fatto altro che versarmi the. E mi ha fatto notare che inspiegabilmente noi il the lo spezzettiamo, mentre il the vero sono quelle foglie che lui si è portato da Taiwan e che mette in infusione in una microteiera che fa parte dello stesso servizio delle microtazzine.
In tutto questo, mi ha resa partecipe della sua cultura, del suo mondo, delle sue tradizioni. Moltissime e molte volte davvero fuori dalla portata della mia comprensione (forse era anche colpa di tutto quel the, che ad un certo punto, ha cominciato a svegliare in me un irrefrenabile bisogno di plin plin…). Ad esempio, che quando una ragazza esce di casa per andarsi a sposare, il padre getta sulla soglia una caraffa d’acqua per simboleggiare che ciò che esce non torna più. L’acqua versata non può più tornare dentro la caraffa, così come la figlia cessa di far parte della sua famiglia per entrare nella famiglia del marito. Che il suo secondo cognome sta ad indicare che lui è il fratello di mezzo. Che sulla base degli antenati è già deciso quale sarà il secondo cognome dei suoi figli e quello dei figli dei suoi figli. Di modo che tutti sono situati nello stesso albero genealogico e si può risalire ad antenati lontanissimi nel tempo e di modo che ognuno riprende il nome di qualcunaltro prima di lui, secondo un ciclo che si ripete negli anni e nei secoli. Che lui ha scoperto da solo il giorno del suo compleanno perché loro non festeggiano il compleanno secondo un calendario solare, ma secondo il calendario cinese. E che il suo compleanno cade proprio l’1 Gennaio. E che i taiwanesi hanno paura dei cinesi, perché questi ultimi hanno sempre manifestato desideri di possesso verso questi loro vicini ricchi. Che i taiwanesi non accetteranno mai una dominazione cinese perché in Cina c’è la censura, i siti sono oscurati e la gente lavora così tanto da morirne. Ventolina è felice, ma aspira a qualcosa di più. Non ho avuto il coraggio di chiederglielo, ma mi è sembrato che i suoi occhietti a mandorla si oscurassero un po’ a parlare dei suoi fratelli e delle sue sorelle che sono già sposati e stanno già accumulando soldi per il loro futuro e la loro famiglia. Ventolina ride di me perché torno in Italia una volta al mese. Lui rivedrà la sua famiglia la prossima estate, dopo circa 18 mesi dal suo ultimo ritorno a casa. Chissà, magari la prossima volta tornerà e sposerà la donna del suo karma, una graziosa Ventolina al femminile, mai vista prima, ma conosciuta su internet e perfetta per lui e la sua famiglia. Chissà, magari così sentirà che anche per lui la storia degli antenati si sta ripetendo e la ruota sta girando anche per lui.
Un bacio!
…però è affascinante ascoltare il racconto di altre civiltà a noi sconosciute, non trovi?
mamma mia che storia complicata…sarà anche affascinante ma sono un po’ strani…se quando esco mio padre getta dell’acqua sull’uscio a simbolizzare il mio non ritorno piglio la caraffa e gliela do sui denti (sempre per restare in tema!)
Ma lui ha usato proprio il termine “karma”???
Perché quel concetto è proprio del Buddismo Zen…
Però c’è qualcosa di simile nel Taoismo…
« Guarda la tela della vita,
Tesa nell’esistenza.
Tutto ciò che osserviamo,
Si muove in un cerchio,
La vita è un continuo ritorno,
Alle radici,
All’Origine. »
@Talissia: le culture asiatiche sono davvero affascinanti. perché ragionano in termini così diversi dai nostri…
@Sottiletta: concordo con te che sia angosciante sta cosa del “cambi famiglia… il passo è unidirezionale”. Quello che è affascinante è la simbologia. Buttare l’acqua della caraffa. Lanciare il ventaglio dalla macchina. Non li ho nemmeno citati tutti. perché dopo un po’ mi sono persa… 🙂
@Giorgio: 1. Ventolina dice che i Taiwanesi sono molto tolleranti dal punto di vista religioso. In parole povere, venerano un po’ tutto, pure il Natale; 2. alla domanda “ma di che religione sei?” ha spalancato gli occhi e mi ha detto che lui non si occupa di religione. Si pensa alla religione solo quando si è in pensione e si è donne; 3. quando ha cominciato a parlarmi dei cicli di cognomi nella famiglia io non c’ero più tanto con la testa (tutto quel the…). Anche perché capisci che è complesso cercare di seguire un ragionamento del tipo: “il cognome dei figli dei figli di mio fratello sarà Hen, mentre quello dei miei sarà Hin e io sono Hun, come lo è mio papà che a sua volta è il secondo figlio di Hong, che è il terzo figlio di…”. Ad un certo punto per farmi capire che gli antenati, lui, i suoi figli condividono tutti una stessa storia, ma che è qualcosa di più, ha nominato un concetto, che io non capivo. Così ha semplifi
Resto sempre affascinata di fronte ad altre culture, usanze, costumi… E’ bello sapere che c’è altro al di fuori di quello che noi conosciamo e viviamo… (ma poi, com’era questo thè??)
@la segretaria perfetta: il thè sapeva un po’… da erba! Oviamente niente zcchero, nè limone. Sapore forte, profumo intenso. Ma non so descriverlo!
Mi diceva qualcuno che anche in India, oggi, nelle famiglie piu’ tradizionali, i genitori della sposa non vanno mai a trovarla a casa sua e del marito, perche’ e’ come se ormai appartenesse ad un ‘altra famigli. pero’ puo’ sembra andare lei a casa dei suoi.
@Fede: le culture orientali sono davvero molto diverse dalle nostre. Un mio collega indiano ha conosciuto la moglie via e-mail. Si sono scritti per qualche mese (6 o 7 credo), quindi è tornato in India, si sono sposati e lui è tornato a lavorare qui. 4 mesi dopo la moglie lo ha raggiunto. Ora hanno appena avuto un bimbo. Facile, no?
[…] Ventolina, allora cosa mi racconti del tuo viaggio in giro per il mondo? quali Paesi hai visitato negli […]