danza della pioggia – 162
Riprendo finalmente possesso del mio blog, dopo una settimana di lontananza e dopo che il moroso solerte ha fatto le mie veci scrivendo un post di commiato. Ho qualcosa da ridire solo sul suo titolo: primo, perché i miei titoli sono indubbiamente delle vere perle letterarie, mentre il suo mi è sembrato un po’ banale (ih ih ih!), secondo, perché non si trattava di assenza ingiustificata, ma di un’assenza GIUSTIFICATISSIMA!
Già sapete che sono stata in montagna per una settimana con i miei genitori e il piccolo pestifero della famiglia. Vacanze all’insegna delle CORTE passeggiate, delle coccole gastronomiche del cuoco dell’albergo dove alloggiavamo, della pioggia che è caduta un po’ troppo spesso per i miei gusti (comincio a credere di essere davvero io a portarmi dietro la nuvoletta di Fantozzi), dei compiti delle vacanze di mio fratello, delle stampelle di mia mamma (che si è microfratturata il calcagno, giusto prima che partissimo), delle visioni incantate di monti, prati, boschi…
Sono davvero contenta: mi pare di essere stata lontana da qui molto molto tempo. E ovviamente, è stato terribilmente difficile tornare qui… Nessuna voglia di lavorare; nessuna voglia di tornare a dovermi occupare della casa; nessuna voglia di mettermi seriamente in dieta dopo i bagordi di questa vacanza.
Ma, come sempre, il ritorno è sempre peggio di quello che ci si può aspettare:
1. varco la porta di casa ieri notte e realizzo che ho perso il turno della lavatrice (sarebbe stato lo scorso martedì), così mi tocca aspettare altri 15 giorni per poter lavare i miei 4 straccetti.. (medito su di una possibile usurpazione di turno altrui…)
2. vado a rinnovare l’abbonamento dell’autobus e la macchina infernale mi rifiuta il bancomat: terrore infinito… mi hanno forse clonato il bancomat e adesso la macchinetta se l’è mangiato perché non ho più soldi nel conto???? Quando fortunatamente la macchinetta mi risputa sdegnosa il bancomat dicendo che la mia banca non ha niente da comunicarmi, mi decido che forse è lei, la piccola bastarda, a non funzionare. Prendo un biglietto dell’autobus, scendo in centro città, cerco un’altra macchinetta e finalmente, rinnovo l’abbonamento… Per fortuna i miei soldi sono ancora tutti nel conto, fatta eccezione per i 2CHF spesi nell’acquisto del biglietto dell’autobus alla ricerca di un altro erogatore di abbonamenti…
3. arrivo in ufficio e… il mio bamboo è stecchito! mai fidarsi di un’italiana quando si tratta di dare i compiti per le vacanze. Eh sì, la mia vicina italiana di scrivania si è dimenticata di annaffiare la povera creatura… Il pensiero spontaneo è: ecchecazz… ma ti sembra forse normale che la pianta sia grigio-gialla e che non abbia più nemmeno una foglia riconoscibile??? ti pare possibile non esserti accorta prima che si stava disidratando??? Secondo pensiero: L’avessi lasciata ad uno svizzero, avrei ritrovato la mia piantina verde, sorridente e cresciuta di almeno 5 cm in una settimana.
4. il tempo di consolarmi della perdita della mia pianta leggendo qua e là qualche blog e arriva Marine: ti ricordi vero che domani c’è la passeggiata a cavallo? Pensiero fulmineo: no, ti prego no, non ce la posso fare… e poi 4-5 ore in sella ad un’animale, con un male fisiologico alla pancia non sarebbe l’inferno? Rispondo: Ma non dovrebbe piovere domani? Risponde: Nooooooo! sono previsti 28 °C. Prendi il cappellino e la crema solare. E poi…. non potresti portare un dolce? Penso: Questa è davvero sfiga… Risultato: devo andare a comprare il necessario per fare un dolce, un cappellino, la crema solare, un poncho (perché non si sa mai… e poi… me lo immagino già che, se comincerà a piovere durante la giornata, noi continueremo imperterriti sotto il fortunale), forse pure uno zaino nuovo perché il mio è troppo alto e sbatterebbe contro la sella per tutta la giornata…
Il pensiero del primo giorno di lavoro: sperochedomattinadiluvi sperochedomattinadiluvi sperochedomattinadiluvi sperochedomattinadiluvi sperochedomattinadiluvi sperochedomattinadiluvi sperochedomattinadiluvi sperochedomattinadiluvi sperochedomattinadiluvi sperochedomattinadiluvi ………. Un bacio!
Cara cognata, nonchè sorella: ti scriviamo per darti il nostro conforto e tutta la nostra comprensione per quanto riguarda la tua apsseggiata a cavallo. Non possiamo che augurarci che ti tocchi il peggior bolso della scuderia, alemno lo zaino non rimbalzerà troppo vigorosamente sulla sella!! Questo saluto è inviato direttamente dall’aeroporto SkyHarbor di Phoenix, AZ, Usa, in attesa di partire per il nostro ritorno. A presto! P.s.: ti confermiamo che la nuvola te la tiri dietro tu.