halloween&co – 336
Dovrei fare tante cose. Stirare, prima di tutto. Poi, lavare i piatti. Buttare via le immondizie. Dare aria alle stanze. Mettere via le canottine e tirare fuori i maglioni di lana. Mettere nell’armadio la valigia con cui sono tornata la volta scorsa in Italia.
Dovrei scrivere l’abstract (…) per il poster (…) per il prossimo convegno a cui parteciperò. Preparare una bozza del seminario che devo tenere mercoledì prossimo. Aggiornare il quaderno di laboratorio con gli esperimenti (fallimentari) fatti da un mese a questa parte. Mettere ordine sulla scrivania, che sembra essere stata travolta da un ciclone. Pianificare altri esperimenti per dimostrare che è stata una pura, sfortunatissima coincidenza quella che ha fatto sì che finora nessun precedente esperimento abbia funzionato.
Dovrei chiamare i miei vecchi, cari amici: quelli che continuo a pensare con affetto, ma irrimediabilmente trascuro. Rispondere ai messaggi su facebook. Mandare delle mail, o nel peggiore dei casi almeno un sms. Fare telefonate. Comprare regali. Essere espansiva.
Dovrei riprendere possesso della Wii-Fit. Provare con lo yoga. Prendermi il tempo di sentire il mio respiro. Stirarmi, stiracchiarmi. Mettermi la crema idratante. Tagliarmi le unghie, che con i guanti si sono tutte sgualcite. Accorciare i capelli, che oggi, spaventandosi di quanto sono lunghi, si sono appassiti, lisci-lisci, mogi-mogi.
Invece, l’unica cosa che sono riuscita a fare oggi, spinta da non so bene quale raptus, è stata passare al supermercato e prendere 30chf di dolciumi per i bambini svizzeri alle prese col dolcetto-scherzetto di Halloween. Terribilmente romantico e affettuoso da parte mia. Chiaramente, folle e insensato, visto che nessun bambino si è presentato alla porta di casa stasera. E’ stato così, per ripicca, aspettando dei bambini svizzeri che probabilmente erano già a letto da un pezzo, che ho passato la serata a pianificare l’adozione di un porcellino d’India. Anzi, no. Due. Che, altrimenti, in solitudine si deprimono, smettono di mangiare e muoiono.
ps. Le possibilità sono due: 1. ho difficoltà a darmi delle priorità; 2. sono esaurita. Diciamo, sia la prima che la seconda. E, giusto per facilitarmi la vita, domani… lavoro. Uff.
ma sei anche tu su faceboook?? e non mi dici nulla??? 🙁
ciao chiara, scusa se mi faccio i fatti tuoi, ma che lavoro fai?
sono figlia di due biologi-biochimici e le cellule staminali…
mio padre reclama a gran voce il cordone ombelicale, ma non ho ben capito se in italia è possibile donarglielo.
sicuro che in svizzera ci sono le banche!
ma a lui servirebbe per la ricerca…
cmq salutami saas fee a dicembre!
brrr, a dicembre il sole lì ci arriva per mezzoretta dire tanto!!!!
@sotti: non te l’ho detto perché non ci vado mai su facebook! mi manca il tempo… 🙁 E poi, ho messo solo una foto… e sono sicura che protesteresti!! 🙂
@addb: sto facendo un PhD a Losanna. Sviluppo del pancreas. Per il cordone ombelicale, mi informo. Mia sorella lavora in Neonatologia e mi ricordo che me ne aveva parlato. Ma il tuo babbo si prenderebbe le cellule staminali del tuo bimbo? Sti scienziati pazzi… un po’ come quando ho chiesto al moroso il sangue per usarlo come controllo sano nello studio che stavamo facendo! Però, in tutta onestà, il cordone ombelicale di un mio ipotetico figlio, lo terrei per lui…
Se non scrivo l’abstract e non mi registro al meeting, me lo scordo Saas Fee in dicembre!!! 🙂