vuoi davvero sapere di chi è?

Pompelmo (accusatorio, tenendo inorridito una gabbia vuota e sporca sulla punta delle dita): Chiarà, è tua questa gabbia? (io sono bravo, preciso, pulito. Voglio mettere in ordine in quel porcile della stanza-da-dissezioni e tu sarai la mia vittima).
Io (alzando un occhio dal mio bancone, accigliata e sopresa allo stesso tempo): Ti riferisci alla gabbia vuota che giace abbandonata sotto la cappa da mesi ormai? (toh… finalmente hai aperto gli occhi e ti sei accorto di quella gabbia… credevo l’avessi scambiata per un pezzo di arredamento…)
Pompelmo (un velo di stupore gli increspa la fronte): esatto, proprio quella. E’ lì vuota e sporca da tempo immemorabile! (ah, allora… l’avevi vista e non avevi fatto mai nulla fino a questo momento… adesso mi sentirai!)
Io (sospesa nell’assurdità della situazione, con tanto di punto interrogativo sulla testa): Cosa c’è scritto sull’etichetta? (hai proprio voglia di farti umiliare, quindi… ben ti sta… )
Pompelmo (spiazzato): c’è scritto P o m p e l m o. (… ops… vuoi vedere che la gabbia forse forse forse è mia….)
Io: toh… abbiamo scoperto il proprietario della gabbia, allora. Ora penso tu possa portarla in stabulario. Non ho niente in contrario. (… anzi, ti dirò di più: erano mesi che aspettavo lo facessi… idiota, la prossima volta che provi a puntarmi un dito contro, te lo stacco a morsi…).

Consiglio del giorno: se potete, evitate i Francesi.

diagnosi differenziale

Io: Maritozzo, ho male al polso. Tanto male al polso. Troppo male al polso…. Dici sia il tunnel carpale?
Maritozzo: Bah, mogliettina… è una malattia da vecchi: lo trovo poco probabile. Anche se… effettivamente…. forse hai davvero il tunnel carpale….
Io: :/

Io: sorella, ho male al polso. Tanto male al polso. Troppo male al polso…. Dici sia tunnel carpale? In alternativa penserei ad una tendinite…
Sorella: è indubbiamente il tunnel carpale. La ciccia comprime là e, voilà… i sintomi!
Io: … il polso…. ciccia…. pressione – compressione…. ma uffa! il polso è l’unica parte magra del mio corpo! Sei crudele!
Sorella: mi hai chiesto il mio parere e io te l’ho dato.

Io: non so cosa sia… ho male al polso. Tanto male al polso. Troppo male al polso….
Collega: ah ah ah, sfigata. A forza di pipettare, ti sei fatta venire il tunnel carpale!

Ho male al polso. Tanto male al polso. Troppo male al polso. Non so cosa sia, ma son sicura di non avere il tunnel carpale.


Paciughino

Io e Paciughino abbiamo avuto fin da subito un rapporto speciale.
Ho rincuorato la sua mamma quando credeva che non sarebbe arrivato mai.
Sono stata la prima della famiglia a sapere che si era finalmente deciso a intraprendere quel viaggio tanto atteso.
Ho fraternamente ricordato alla sua mamma che l’aveva tanto voluto e perciò non doveva lamentarsi se le capitava di  passare le sue giornate a 90 sulla tazza del water con un incoercibile senso di nausea. Hai voluto la bicicletta, sorella…

Paciughino mi ha aspettato per vedere la luce, lasciandomi qualche giorno per accarezzarlo finchè era ancora nella pancia  e altrettanti per vederlo sgusciato, in tutto il suo splendore. Una sincronia perfetta, se si considera che sono stata a casa sette giorni in tutto, per Pasqua.

Paciughino è sbucato fuori senza un rotolino di ciccia e con occhioni neri e attenti.
Io: Sorella, quando smetterà di fare lo strabico?
Sorella: Ah, ha già smesso!
Pulcetta: non ascoltarla, poveretta. Si è fusa il cervello a forza di guardarlo ed è diventata strabica anche lei.

Arrivando, ha nominato d’ufficio 3 nonni adoranti e 4 bisnonni emozionatissimi; una zia; uno zio e uno zio acquisito.
La nonna ha subito una trasformazione dalla quale non si riavrà più e della mamma-cyborg che conoscevo non resta quasi più traccia. Mamma, renditi conto che ormai non ti riconosco più. Sono al telefono con te, ma mi par di parlare con la nonna! Contieniti, per favore!
Il nonno si è messo in dieta e per il suo arrivo, ha indossato un completo nuovo fiammante, scelto rigorosamente dalla pulcetta che fidati papà: così sembri giovane e Paciughino non si spaventa!
Io, appena l’ho visto, mi sono innamorata come una pera cotta. Mi somiglia maritozzo? Dici di no? Per fortuna!!!
Suo zio (la pulcetta) ha messo le mani avanti fin da subito: nipote o non nipote, ricordatevi di non mandarlo da me in cerca di mance. Ho già i miei problemi a campare con quei due soldi che mi passano i genitori.
Lo zio acquisito (il maritozzo) l’ha guardato attraverso la lente della macchina fotografica. Mogliettina, vedi questa foto di Paciughino? Ecco. Se solo avessi il nuovo obiettivo per la macchina fotografica, potrei fargli delle foto ancora più belle. Ma, non insistere: l’obiettivo non lo compriamo… costa soldi e noi li risparmiamo. Ho deciso per l’austerità, una volta tanto.

Io, come tutte le innamorate, incapace di resistere alla tentazione di vedere l’oggetto del desiderio sempre di più e in ogni momento, ho comprato con la MIA carta di credito un obiettivo-da-ritratti per maritozzo. Crepi l’avarizia!  D’altra parte, chi potrebbe resistere ad un sorriso così???


Filippo, 31 anni appena compiuti

L’infido Skype ieri recitava: “Filippo, 31 anni appena compiuti”.
L’essere entrato a pieno titolo nella generazione dei trentenni non ti è piaciuto molto e hai cominciato a sentirti un po’ vecchio. Inutile dirti che a me sembri sempre uguale, che i tuoi capelli biondi e la tua barba rossiccia resistono stoici all’aggressione del bianco, che di rughe non ne hai e che, sì,  la stempiatura si è accentuata un po’ o forse no-hai ragione tu-hai sempre avuto l’attaccatura dei capelli alta.
Ho aspettato con te la mezzanotte per poter essere la prima a farti gli auguri. Da lì in poi, è stato un telefono in fiamme a sottolineare che hai lasciato il segno e tessuto legami che son saldi a distanza di anni.

Dal canto nostro, noi non abbiamo festeggiato. Ti ho fatto prendere la pizza; siamo andati in fretta e furia a comprare le patatine e la nutella per “celebrare” con junk food questo giorno, che la trasgressione ha un sapore diverso quando si diventa vecchi. Niente torta, nè tantomeno candeline.

Ti ho conosciuto che avevi 21 anni e oggi ne hai dieci di più. Il tempo non ti ha fatto male. Ti ha aperto gli occhi, ti ha reso più esperto, ti ha disilluso un po’. Hai imparato a prendere in mano la tua vita e a prendere in mano la mia, quando ce n’è bisogno. Ti sono rimasti occhi limpidi per vedere oltre e mani grandi per fare le cose. Hai spalle grosse per portare pesi inattesi e una barba ispida per tenere lontani i fastidi. Sai girare pagina e ricominciare, ogni volta con fiducia. Odi essere pungolato per fare le cose, ma, in-fondo-in-fondo-in-fondo, sai di avere bisogno di una spinta ogni tanto. Fai la voce grossa perchè dimentichi quanto le urla possano far male, anche a me, che manco ti ascolto quando gridi.

Potrei farti tanti auguri diversi per questi tuoi 31 anni. Tra tutti, ti auguro di riuscire a custodire imperturbato il tuo entusiasmo bambino. Qull’entusiasmo che ti fa gioire per un film vecchio di secoli, per un nuovo obiettivo della macchina fotografica, per una funzione inesplorata del tuo mac, per una bestia orripilante vista in fotografia, per una canzone andata (in)giustamente dimenticata, per una news sul forum di tecnologia, per una bella luna perfetta-da-fotografare… per una coppia di funghetti nata per caso nel vasetto del mio cactus.

Una cosa ti chiedo. Capisco l’entusiasmo… così dolce e carino… romantico…. ma… per favore…  smettila di irrigare la mia pianta grassa. I funghetti crescono indubbiamente bene in ambiente umido, ma, sai com’è… come dirtelo…. UN CACTUS (il mio cactus) NO! 🙂

non-compleanno

Domenica 23 Maggio, ore 20 o giù di lì. Suona il cellulare del maritozzo: un sms.
Lui, accigliato, leva gli occhi dal mac e legge il testo.

– … Mogliettina, ma come… …. è il mio compleanno e tu non mi hai nemmeno fatto gli auguricome hai potuto dimenticartene? …
– Da quand’è che compi gli anni il 23 Maggio?

Ah,  oggi è il 23? Ok, allora… Non c’è problema! Mi hanno mandato gli auguri nel giorno sbagliato! per fortuna…

Secondo voi, considerati i livelli di stordimento che manifesta, con che cosa ha ricominciato a giocare il maritozzo?! 🙂

francesismi

Il collega: ça chauffe la baguette avec Marianne, n’est-ce pas?
Io: … non capisco, mi spiace… cosa vuoi dire?
Il collega: ça chauffe… ça chauffe… ça chauffe!
Io: … non capisco… cos’è che si scalda?
Il collega: mais oui… ça chauffe….
Io: … 🙂 … ça chauffe la baguette!
Il collega: exactement! ça chauffe la baguette! bravò!
Io: no, no! bravò, un cavolo! non ho capito ancora niente…
Il collega: “ça chauffe la baguette” signifie que … que.. comment est-ce que je peux t’expliquer… ça signifie que c’est tendu entre elle et son superviseur!
Io: ahhhhh, tanto ci voleva a dirmi che non va d’accordo col post-doc che la segue? baguette del cavolo!

Venuto a conoscenza della conversazione di cui sopra, il maritozzo ha così commentato: “… ah… … … meglio non ti dica quello che avevo capito io con tutta ‘sta baguette, ‘sto calore e ‘sta tensione… alla faccia del doppio senso…”
🙂


le parole bisticciano

Tutto è cominciato con dela…
omioddio… dela-cosa? maritozzo, aiutami… Come si dice? delatore forse? uff, possibile che tu non abbia mai sentito questa parola? Ma dai… la conoscono tutti… e, adesso, non sono più sicura che si dica così… sono in confusione…aiutami!

Quindi siamo passati a negligiabile.
Parola che apparentemente non esiste, eppure a me suona così familiare…. Impensabile che me la sia inventata… Mamma, prendi il vocabolario di italiano e cerca “negligiabile”… no, non ti preoccupare: sono certa che esista… tu non l’hai mai sentita; nemmeno Maritozzo la conosce, ma c’è: son sicura… come non c’è?… no, non ci posso credere… in francese si dice négligeable; in inglese si dice negligible e in italiano non c’è? non ci credo… non è possibile…

Infine, abbiamo concluso con:
Mogliettina: ma, maritozzo, qui si parla di esperimenti grossi, di gente importante… mica pizza e fica, eh!
Maritozzo: … … 🙂 … … volevi dire pizza e fichi, vero?
Mogliettina: … …
Maritozzo: beh, dài… “pizza e fica” non suona così male… anche se, a dir la verità, ti consiglio di non dirlo in pubblico, ok? … 🙂

Quando sono arrivata a Losanna nel Novembre 2006, credevo che sarei rimasta immune alla sindrome dell’italiano-all’estero-che-non-padroneggia-più-la-sua-lingua-madre… Apparentemente, sono in fase di pieno contagio.

la data di scadenza

E’ ufficiale. Oggi ho chiesto di poter prolungare il mio dottorato fino al 31 Marzo 2011. Questo significa che dal 1 Aprile 2011, io e maritozzo saremo a spasso e dovremo decidere cosa fare delle nostre vite. I consigli abbondano.

Il capo: quando l’articolo sarà pubblicato, potrai andare ovunque vorrai. Non saranno gli altri a scegliere te, ma tu a scegliere loro.
Mamma: vai, vai! Non fermarti. Guarda me, per esempio. Sono così imbranata che cado nel panico anche solo ad andare fino a Padova. Vorrai mica fare la mia fine, no?
Sorella: ma sì… cosa ti lamenti… Non fare la piagnona italiana. Guarda che bella vita che fai. Guarda quanti soldi prendi lì. Guarda come sono rilassati gli svizzeri. Goditi la vita e non voltarti indietro.
Amici: Voi avete tutte le porte aperte. Non avete i problemi di noi-poveri-cristi. Avete stipendi da favola, vivete tranquilli… non avete preoccupazioni…. invece, qui…
Pulcetta: non tornare qui a fare l’insegnante, per carità! Tu saresti troppo severa, troppo esigente, troppo carogna…. E, ti avviso: gli studenti non perdonano. Spenderesti quello stipendio misero in pneumatici nuovi…

Io, nell’indecisione, non decido.

(in)felicità – 2

Felicità è…
giocare a palla con Capriccio: le lanci la pallina di peluche, lei la rincorre, la azzanna e la riporta con un miao-rilanciala-per-favore-miao.

Infelicità è…
prendere la pallina per rilanciarla e rendersi conto che è completamente zuppa d’acqua. Capriccio trova, infatti, che sia molto più divertente giocare con una pallina grondante acqua, piuttosto che con una pallina pelosa e secca. Per la gioia del parquet…

workaholic

Maritozzo: amore, brava! oggi sei stata al microscopio per 5 ore consecutive, senza mai fare una pausa! non ti è venuto sonno stavolta?
Mogliettina: ho adottato una nuova tecnica… questa è infallibile!
Maritozzo: e sarebbe?
Mogliettina: ho messo a ciclo continuo una canzone che mi fa piangere… Microscopio o no, nessuno è capace di dormire mentre piange, no?
Maritozzo:

Cosa non si fa per il lavoro…. Buon lunedì!