le nostre nove candeline

Il moroso e la morosa, oggi, avrebbero festeggiato il loro nono anniversario di morosamento. Non ci sono arrivati perchè cancellati da un colpo di circa sei mesi fa.

Il maritozzo e la mogliettina, non senza sensi di colpa, hanno festeggiato in onore di quel primo bacio e di quel l’avventura continua che il moroso, gagliardamente, pronunciò per sancire l’inizio della loro storia.

All’epoca, la morosa aveva 19 anni; non aveva la patente; faceva il primo anno di università; pensava che una volta passato l’esame di Fisica 1 e 2, il mondo le avrebbe sorriso; prendeva pillole anti-acne che le seccavano gli occhi e le squamavano la faccia; faceva la pendolare tra Rovigo e Padova; non si era mai allontanata da casa se non in bici; aveva i capelli a carciofo; era magra. Del moroso non vedeva che gli occhi azzurri e le mani grandi; credeva non avesse padre, visto che parlava sempre e solo di mamma; trovava incredibile che fosse stato a scuola dalle suore dall’asilo fino alla fine del liceo; si faceva cullare dalla sua curiosità e trovava irresistibile passare il pomeriggio a fare le parole crociate con lui.

All’epoca, il moroso aveva 21 anni; si spostava sempre in moto; odiava Fisica 1 e 2 e stagnava sui banchi dell’università, nell’attesa che qualcuno gli passasse l’esame; faceva mille cose, generalmente bene; spasimava per una compagna di corso della morosa; non era mai stato a Rovigo; diceva un sacco di parolacce, alla faccia della buona educazione appresa dalle suore. Della morosa non vedeva che le braccia fiappe e lo scarso seno (‘ciecato! ); la parlata strana; gli sms insistenti; i treni che gliela portavano e se la riprendevano ogni giorno; le chattate su ICQ.

Il 22 Aprile 2001, dall’ io e te sono passati al noi.

…oggi, come 9 anni fa…. maritozzo, l’avventura continua…



(in)felicità

Felicità è…
un vulcano islandese che blocca il capo a Vancouver per 5 lunghissimi giorni.

Infelicità è…
dover passare la notte ad aggiornarlo via mail sui risultati degli ultimi esperimenti.


verde e grosso

Il maritozzo: cavoli! fanno Hulk! lo hai mai visto?
La mogliettina: no. Mai visto.
Il maritozzo: perchè non lo hai mai guardato?
La mogliettina: perchè ho sempre saputo che fa paura.
Il maritozzo: ma non fa paura… come puoi dire che fa paura, se non lo hai mai visto.
La mogliettina: tutti conoscono la storia di Hulk. Tutti hanno, almeno una volta, sentito parlare della storia di questo libro. Io l’ho letto quando ero ancora alle superiori…
Il maritozzo: intendi dire che hai letto il fumetto?
La mogliettina: bah.. libro.. fumetto… io ho letto il libro. …. Devo dire però… che il libro che ho letto io… bah… mi pareva un po’ diverso… anzi, direi…. completamente diverso…. ma… sicuro che questo film sia…. Hulk? ma sicuro-sicuro? secondo te, questo qui è Hulk… quello che diventa verde… ed è grande e grosso… ma mancano le cicatrici… i pezzi di cadavere assemblati… dove sono?  qui, non ce n’è neanche l’ombra… mmm… e poi… questo qui salta un po’ troppo per i miei gusti… quello che mi ricordo io… era diverso… se questo qui è Hulk, allora… come dire…  mi sa che mi son confusa…. già… mi son proprio confusa con… Frankenstein….
Il maritozzo: …

il blocco dello scrittore

Un lanciafiamme.
Con lo sconto, nel negozio di FaiDaTe, il maritozzo vorrebbe comprare un lanciafiamme per appiccare un incendio e… puuuuuf…. ridurre in cenere quello che non gli va proprio giù.

Forse è per paura che, mentre dice queste cose con lampo luciferino negli occhi, stia pensando di dar fuoco ai miei capelli a carciofo per vendicarsi del fatto che ho smesso di scrivere sul blog.
Forse è perchè il blog è incredibilmente triste, abbandonato così com’è.
Forse è perchè cominciano a circolare voci allarmanti su una mia misteriosa sparizione.
Forse è perchè ho voglia di ritrovare la forza di mettere la mia vita nero su bianco e riderci su.
Forse è per tutte queste ragioni (o forse per nessuna di queste) che penso di ricominciare a scrivere. Vediamo se ce la faccio…

Saggezza in pillole

Mamma: oh, povera… hai i capelli bianchi??? ma come è possibile… e dire che sei giovane… impensabile… i capelli bianchi così, improvvisamente…
Io: non tutti bianchi, mamma. Solo uno…
Mamma: .. è colpa di tutti i pensieri che hai sul lavoro… Come Barack Obama…
Io: eh? cosa c’entra Obama adesso….
Mamma: ma sì. L’hanno detto anche in tv. Da quando è Presidente degli Stati Uniti, si è incanutito tutto d’un colpo. Non l’hai notato?
Io: …

Mamma: ancora? stirare? ma quanto stiri???
Io: mai abbastanza, evidentemente…
Mamma: ascolta me.. Se proprio non hai voglia di lavare o stirare una cosa, vai in negozio e compratene una nuova. Anche io una volta ero come te, ma adesso… sono cambiata. Fai come ti dico, d’accordo?
Io: beh… se facessi come suggerisci, dovrei cambiare servizio di piatti una volta la settimana; guardaroba ogni 15 giorni; casa una volta al mese… Grazie del consiglio, comunque…

Mamma: scusa se te lo dico. Francamente è impossibile che tu lavori così tanto e non hai mai risultati… C’è qualcosa che non quadra…
Io: mamma, senti. E’ complicato. In ogni caso, quelle cellule in coltura non proliferano e non sono verdi. Non è che ci sia molto da vedere.
Mamma: ma sei sicura di vederci bene? Magari non accendi il microscopio.. o la lampada… oppure sei daltonica…
Io: …

il terrore delle forchette

Quando ho traslocato qui, nel lontano novembre 2006, non mi sono impegnata molto nell’arredare l’appartamento. Non avevo ancora preso il primo stipendio e già avevo dovuto depositare due mesi di affitto come caparra, pagare l’assicurazione RC, fare l’abbonamento dell’autobus, pagare il permesso di soggiorno…
Un sacco di uscite-nessuna entrata-appartamento da arredare imponevano un’unica soluzione: IKEA. Il comune denominatore di tutti i miei acquisti furono, dunque, l’economicità e, ove possibile, il colore rosso. Cuscini rossi, lenzuola rosse, bicchieri rossi, stoviglie rosse.

Tutto bene finchè sono stata l’unica utilizzatrice degli utensili di casa; i problemi sono cominciati con l’arrivo del fu-moroso. Tra lui e le forchette di casa esisteva un rapporto controverso, che è culminato nell’eliminazione di 2 delle 6 forchette che avevo. Non è colpa mia: queste forchette sono di materiale scarso e, mentre le uso, si spezzano a metà. Siamo corsi ai ripari acquistando un tristissimo set di posate nere: moroso, tu d’ora in poi userai solo le forchette nere. Lascia le rosse a me.

Le 4 superstiti ieri sono diventate 3. Mogliettina, non ci crederai. Stavo mettendo i piatti sporchi in lavastoviglie. La tua forchetta rossa si è incastrata, ha fatto una serie di capriole qui e là ed è caduta per terra… Non essere prevenuta… non è stata colpa mia… quando ha toccato il pavimento…. crack…. la forchetta si è spezzata a metà… vedi i due moncherini?

Proibire l’uso delle forchette rosse non è stato sufficiente. Non è stata risolutiva neppure la trasformazione moroso-maritozzo.
Mi restano due possibilità: 1. comprare un nuovo set di posate extra-strong, probabilmente non rosse; 2. far mangiare il maritozzo con le mani (e farmi la lavastoviglie da sola).


una foto romantica

Maritozzo: mogliettina, guarda qui. Ti piace questa foto che ho scattato oggi al lago? Mogliettina? Guarda qui.. Ti piace? E’ venuta bene? Smettila di giocare a Farmville e guarda qui.. ti piace questa foto?
Mogliettina: eh? la foto? questa? sì… cosa vuoi sapere? se mi piace? certo, che mi piace! Guarda… che bel paesaggio, che bei colori. E che bello quel particolare della coppia seduta sulla panchina… quelli potremmo essere noi due tra qualche anno. Due vecchietti in riva al lago… romantico, vero? E tutti quei gabbiani che volano… che bel movimento di ali e piume…  svolazzano richiamati lì attorno dall’odore di carne vecchia….  pronti a spolpare i corpi putridi…
Maritozzo: ….  … … apprezzo lo sforzo di condividere i tuoi pensieri con me… magari la prossima volta ti fermi alla storia delle ali.. ok?

p.s. a mia discolpa, “Gli uccelli” mi ha traumatizzata in tenera età.

aridità

Sono arrivati, nell’ordine: il purificatore d’aria per rimuovere gli allergeni dall’appartamento; il freddo polare; il vento gelido; il riscaldamento condominiale a palla. E l’aria di casa è diventata, necessariamente, secca. Anzi, dovrei forse dire ARIDA.
Il mio naso si è crepato; la pelle della faccia mi si è sgretolata, in barba alle creme idratanti-anti-età-leviganti-emollienti; ho consumato il burrocacao a forza di metterlo; mi è venuto l’herpes. E il farmacista ha consigliato di spruzzarmi acqua di mare su per il naso: umidifica, cura e rinfresca. Io, quando spruzzo, o starnutisco tutto fuori o me lo bevo: che sia per questo che il naso è ancora tutto una crepa?

Il maritozzo ha resistito stoico per molteplici giorni. Il clima non è secco. E smettila di dare la colpa allo ionizzatore: non altera per nulla l’umidità della casa. Che dici? Vuoi accendere l’umidificatore? Ma va’ là: è inutile! Senti che aria pura…. Come si respira bene! Secondo me, l’umidità della casa è rimasta inalterata…Se accendiamo l’umidificatore, puoi immaginarti che orribile effetto “serra tropicale”?

Il maritozzo ha resistito stoico fino a ieri. Ha cominciato con la “crema al miele per le mani” (non ho le mani secche! Son solo le dita… vedi? qui, i polpastrelli… sono.. un po’… come dire… ruvidi… sembrano… secchi, sì…. ). Poi ha conosciuto l’elisir odoroso all’arancia (no, non mi serve su tutto il corpo… è che mi sono accorto che… a te non piacerebbe di sicuro… vedi, qui? i gomiti… eh…. senti come sono ruvidi… sembrano… secchi, sì… ).
Se gli cede anche la pelle della faccia, è fatta: l’umidificatore sarà acceso a palla tutto il giorno. Alla buon’ora.

pensierino della buona notte

Quando, dopo una estenuante giornata di lavoro,
dopo avere finalmente svuotato la cesta della biancheria da stirare,
dopo aver festeggiato alla meno-peggio il quarto mesiversario di matrimonio con una pizza,
dopo aver rammendato un paio di calzini e una felpa di pile che mogliettina, te l’ho ripetuto almeno tre volte che la felpa era bucata: mica è colpa mia se tu ci sei andata al lavoro allegramente credendo il buco fosse microscopico,
dopo aver svuotato la lavastoviglie giusto per caricarla immediatamente con tutte le pentole che languivano nel secchiaio,
guardi l’orologio,
noti che mancano 5 minuti a mezzanotte
e il tuo primo pensiero è chissà che i topi in laboratorio si stiano accoppiando, di modo che tra 12 giorni io possa fare l’esperimento come pianificato,
appare chiaro:
1. che devi assolutamente ridiscutere le priorità della tua vita;
2. andare in vacanza.

le ultime parole famose

Mogliettina: perchè ti stai mettendo le scarpe estive? ti sei dimenticato che siamo ancora a Febbraio?
Maritozzo: non importa. In laboratorio fa troppo caldo e io voglio le scarpe leggere.
Mogliettina: te lo ricordi cosa è successo una settimana fa? hai fatto lo stesso identico discorso, ti sei messo le scarpe estive,  ha nevicato tutto il giorno  e quando siamo tornati a casa la sera, la neve arrivava alle caviglie.
Maritozzo: bah.. la settimana scorsa prevedevano neve. Ma, oggi no. Non ti preoccupare: le scarpe estive saranno più che sufficienti.

Neve ininterrotta dalle 10 alle 18.30. Considerato quanto si sono inzuppate le sue adorate scarpe estive, il maritozzo dovrebbe astenersi dal loro utilizzo per un’altra settimana scarsa… 🙂

Lausanne today, Tuesday 9 February 2010
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